tag:blogger.com,1999:blog-73500746423654429872024-03-05T14:41:25.920+01:00Luciana Baroni - blog di un medico vegetarianoDa quando sono vegetariana mi sono dedicata a raccogliere e produrre materiale a sostegno dell'Alimentazione Vegetariana. Sono assolutamente convinta che la cura della salute, che ho scelto come lavoro, passi soprattutto attraverso l'informazione su come le nostre abitudini siano in grado di influenzarla. Una dieta a base di cibi vegetali rappresenta uno dei più efficaci e piacevoli mezzi per restare sani!dr. Luciana Baroni, MDhttp://www.blogger.com/profile/02548531141173440378noreply@blogger.comBlogger46125tag:blogger.com,1999:blog-7350074642365442987.post-14203295371252571152017-02-10T10:42:00.000+01:002017-02-10T10:42:43.513+01:00Dieta vegan ottima per i bambini. Ciò che è carente è l'informazione fatta da certi giornali!
Comunicato del 10 febbraio 2017
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[COMUNICATO STAMPA]
NON E' LA DIETA VEGAN CARENTE,
MA E' CARENTE L'INFORMAZIONE DI PARTE
DI CERTI GIORNALISTI, CHE NON SI VERGOGNANO
A MOSTRARE LA PROPRIA IGNORANZA.
PARLA IL PEDIATRA: "LA DIETA 100% VEGETALE E'
DEL TUTTO CORRETTA NEI BAMBINI, PROMOTRICE DI SALUTE".
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10 febbraio 2017
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La disinformazione in tema di nutrizione regna sovrana e ci si fida più dei luoghi comuni che della scienza. Così, incredibilmente, una delle maggiori testate nazionali non si vergogna nell'affermare che un'alimentazione 100% vegetale è "senza proteine, minerali e vitamine".
A livello scientifico, non c'è alcuna discussione da fare, perché non c'è proprio modo di sostenere che nei vegetali non si trovino le proteine, né che una dieta vegan media non ne contenga abbastanza, anche senza porre particolari attenzioni. Il problema delle proteine è sempre e solo quello dell'eccesso, problema diffusissimo e grave nella dieta onnivora media, e molto meno presente in quella 100% vegetale. Per non parlare di sali minerali e vitamine, dato che è ben noto a tutti che sono proprio i vegetali l'alimento per eccellenza in cui trovare tali nutrienti.
E ancora si insiste sul fatto che la dieta vegan abbia bisogno di mille attenzioni per risultare equilibrata, specie nei bambini. Ma ascoltiamo invece chi ha un'esperienza sul campo di bambini vegan, e che nella sua carriera ha seguito migliaia di bambini, onnivori, latto-ovo-vegetariani e vegani. Parliamo col dott. Mario Berveglieri, pediatra e co-promotore della Rete Famiglia Veg e chiediamo: "Nelle diete vegane applicate ai bambini sono necessarie cautele particolari?". Risponde il medico: "In tutte le diete occorre porsi questa domanda: quella onnivora non fa eccezione, tutt'altro. Per esempio nella dieta vegetariana, inclusa quella vegana, è necessaria l'integrazione di vitamina B12, ma si tratta di un intervento preventivo facilissimo da realizzare. Invece nella ben più diffusa dieta occidentale onnivora, basata sull'uso di alimenti animali come fonte proteica prevalente, sono necessari interventi preventivi molto più complessi: a tutt'oggi la diffusione del sovrappeso in oltre il 30% dei bambini (sovrappeso che, come tutti sanno, è l'incubatore di tutte le future malattie cronico degenerative) è la chiara dimostrazione di come siamo lontani dalla loro ancorché minima applicazione. Del resto se l'Accademia Americana di Pediatria nel proprio testo Pediatric Nutrition suggerisce di prendere in seria considerazione l'uso della dieta vegetariana in quanto utile per la prevenzione del sovrappeso, un qualche motivo ci sarà pure!".
Per i bambini, dunque, più ancora che per gli adulti, la corretta pianificazione della dieta è sempre necessaria, per donare loro una salute ottimale, e questo indipendentemente dal tipo di alimentazione. E una corretta pianificazione è più semplice quando la dieta è 100% vegetale, perché vengono già eliminati a priori i cibi più problematici, quelli di origine animale. Una dieta onnivora fatta a caso, senza seguire le corrette linee guida e senza preoccuparsi di fornire i nutrienti essenziali, e di evitare gli eccessi, mina la salute del bambino per il resto della sua vita.
Chiediamo ancora al pediatra: "Mangiare carne e pesce, nell'età pediatrica, risulta dunque non necessario?". "Certamente, non è necessario!", è la risposta, "considerando le posizioni espresse dall'Accademia Americana di Pediatria e dall'Academy of Nutrition and Dietetics, l'associazione dei nutrizionisti statunitensi. Posto che ogni regime dietetico per i bambini deve essere correttamente pianificato e integrato (per esempio, per tutti i bambini è raccomandata l'integrazione della vitamina D), le diete vegetariane, comprese le diete vegane, non soltanto sono salutari e nutrizionalmente adeguate, ma apportano benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie. E questo in tutti gli stadi del ciclo vitale, inclusi la gravidanza e la prima e la seconda infanzia. Questa è la posizione di tali accademie, basata sulla letteratura scientifica più recente."
Come mai tanto oscurantismo allora? Perché non basarsi su quanto afferma la scienza, anziché su luoghi comuni vecchi di decenni? Solo per volontà di fare polemica o per conflitto di interessi? Difficile saperlo, ma la raccomandazione rimane sempre quella di non fidarsi degli articoli di giornali e riviste che danno interpretazioni senza basi scientifiche.
L'associazione non profit Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana - SSNV sta contribuendo al cambiamento culturale sia verso i medici e nutrizionisti, con libri, opuscoli ed eventi informativi, sia mettendo a disposizione del pubblico una rete di professionisti, la Rete Famiglia Veg - www.famigliaveg.it
La Rete è formata da professionisti, esperti in alimentazione nell'infanzia, che hanno sottoscritto precise linee guida basate sulla più recente letteratura scientifica in materia, in modo da uniformare l'approccio nei confronti di questo tipo di alimentazione.
Chiunque sia competente sul tema è invitato a farne parte e le "famiglie veg" sono invitate a consultare il sito per trovare supporto quando necessario.
I bambini vegan sono tanti e, come tutti i bambini, sono meravigliosi, come si può vedere nel video "Bambini vegani meravigliosi".
Sono tanti e saranno sempre di più!
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Informazioni e contatti: retefamigliaveg@scienzavegetariana.it
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Comunicazione a cura di Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana SSNV
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http://www.scienzavegetariana.it - info@scienzavegetariana.it
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Note:
Societa' Scientifica di Nutrizione Vegetariana - SSNV si prefigge di fornire ai professionisti della salute e alla popolazione generale informazioni corrette sulla nutrizione a base di cibi vegetali e sui suoi rapporti con la salute.
<br>http://www.famigliaveg.it/stampa/comunicato-dieta-vegan-bambini-2017-02-10.htmldr. Luciana Baroni, MDhttp://www.blogger.com/profile/02548531141173440378noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7350074642365442987.post-47462040610253432992016-07-18T18:57:00.000+02:002016-07-18T18:57:27.427+02:00DIETA VEGANA SOTTO ACCUSA? ASSOLTA! <br>
DA CONDANNARE INVECE CHI STUDIA A TAVOLINO <br>
CAMPAGNE DENIGRATORIE E ANTISCIENTIFICHE. <br>
18 luglio 2016<br>
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L'incessante tam-tam mediatico sui bambini fatti passare per "malnutriti in quanto vegani" che finiscono in ospedale è piuttosto sospetto, e difficilmente frutto di buonafede. Vediamo perché.
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Nei Paesi ricchi, ai quali appartiene anche l'Italia, la principale causa di malattia e morte non è la malnutrizione in difetto, ma la malnutrizione in eccesso: se la prima è causa di rare carenze (soprattutto di vitamina B12 e, in tutta la popolazione, non certo in quella vegana, di ferro), che si manifestano nel breve termine e sono facilmente collegabili alla causa che le ha provocate e facilmente correggibili, la malnutrizione in eccesso ha conseguenze ben più gravi, che si manifestano nel medio-lungo termine.
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E' ormai dato arcinoto che una dieta squilibrata a base di cibi animali (malnutrizione in eccesso, che penalizza inoltre l'assunzione di cibi vegetali protettivi) è un fattore di rischio delle principali malattie cronico-degenerative (sovrappeso-obesità, diabete, ipertensione arteriosa, dislipidemia, malattie cardiovascolari e alcuni tipi di tumore). Una dieta a base vegetale, al contrario, è un elemento di protezione importante nei confronti di queste stesse malattie, prima causa di morte nei paesi occidentali.
Fatta questa doverosa premessa, ritorniamo ai bambini e vediamo alcuni dati, che abbiamo derivato dal sito dell'Ospedale Gaslini di Genova da quello del Ministero della Salute.
Sul sito del Gaslini di Genova si apprende che il centro contro l'obesità infantile eroga 380 visite ambulatoriali l'anno più 375 ricoveri. Il 46% dei bambini presenta altre problematiche come ipertensione, sindrome metabolica, ecc., tutte situazioni queste che oltre ad essere in sé già patologie, rappresentano un terreno fertile per lo sviluppo di malattie ancora più gravi, come i tumori e le malattie cardiovascolari. (Fonte: Obesità infantile: il centro del Gaslini è un'eccellenza nazionale).
Dando invece un'occhiata ai dati che provengono dal sistema di sorveglianza in età infantile OKkio alla SALUTE del Ministero della Salute, in Italia i bambini tra i 6 e gli 11 anni con problemi di eccesso ponderale sarebbero ben 1 milione e centomila. Il 12% dei bambini risulta obeso, mentre il 24% è in sovrappeso: più di un bambino su tre, quindi, ha un peso superiore a quello che dovrebbe avere per la sua età.
Ora, se i vegani rappresentano l'1% della popolazione e i latto-ovo-vegetariani il 7% (Eurispes 2016), assumendo che la prevalenza di queste patologie possa essere la stessa tra i diversi gruppi, dovremmo aspettarci che tra le prestazioni del centro per l'obesità infantile del Gaslini (in totale 755), l'1%, cioè 8 prestazioni siano erogate a favore di bambini vegani, il 7% cioè 53 a favore di bambini latto-ovo-vegetariani e il 92%, cioè 694, a favore di bambini non-vegetariani.
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Analogamente, analizzando sempre in modo semplicistico i dati di OKkio alla salute, i 1.100.000 bambini con problemi di obesità e sovrappeso nella fascia tra 6 e 11 anni potrebbero essere a loro volta suddivisi in 11.000 bambini vegani (1%), 77.000 bambini latto-ovo-vegetariani (7%) e 1.012.000 bambini non-vegetariani.
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Ma se un solo bambino vegano finisce all'ospedale, viene immediatamente segnalato, in quanto subito i giornali si tuffano a sbattere in prima pagina la dieta vegana come causa. E' l'esempio del piccolo lattante (forse) vegano cardiopatico, malnutrito non perché vegano ma perché cardiopatico: il suo cuore malato non gli permetteva nemmeno di sopportare lo sforzo di poppare a sufficienza. Stando quindi ai dati riportati dai giornali, siamo ben lontani dalle percentuali sopra stimate, quindi i bambini vegan con problemi di salute sono in percentuale molti di meno di quelli onnivori.
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Come giudicare dunque chi manipola le informazioni in questo modo? Oltretutto sfruttando per i propri fini situazioni di malattia dei bambini, come quest'ultima del bambino cardiopatico: a dir poco vergognoso.
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Facciamo notare che questa sequela di "bambini vegani all'ospedale" più o meno inventata (non inventato il ricovero dei bambini, ma inventato il legame con l'alimentazione vegan) è esplosa poco dopo il ritiro obbligato della pubblicità ingannevole sul latte, che lo definiva "alimento indispensabile". E poche settimane dopo la presa di posizione del Ministero della Salute a favore dei menù vegan nelle scuole, in cui il Ministero stigmatizzava le linee di indirizzo regionali obsolete che "impropriamente sconsigliano la scelta vegetariana e quella vegana".
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L'industria zootecnica di certo è ben contenta di questa campagna stampa senza fondamento e antiscientifica: così il suo mercato e i suoi guadagni sono ben difesi.
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Campagna antiscientifica perché? Perché le raccomandazioni in campo nutrizionale (e non solo) devono basarsi su dati derivanti da metanalisi, studi prospettici e studi di intervento.
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Bene non esiste NULLA che supporti la dannosità di una dieta vegana in un bambino. I casi clinici pubblicati su riviste scientifiche hanno pochissimo peso dell'evidenza e non sono utilizzabili a questo scopo, e men che meno lo sono i dati pubblicati su quotidiani o riviste non scientifiche, che il più delle volte si rivelano anche infondati.
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<b>La dieta vegan merita dunque un'assoluzione piena, per totale mancanza di prove!</b>
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Questa campagna stampa fatta cercando col lumicino dei casi di bambini che forse sono vegan, trascurando i casi molto più numerosi di bambini onnivori, oltre che diffamatoria, è dannosa per tutti, perché dissemina ignoranza e disinformazione: tutte cose di cui non si sente davvero il bisogno.
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I vegani siamo noi: professionisti, artisti, impiegati, operai, casalinghe, insegnanti, militari, studenti, imprenditori, scrittori, sportivi; padri, madri, figli, sorelle, nonni, zii. Tutti cittadini con uguali diritti e uguali doveri. Persone che meritano rispetto e che hanno tutto il diritto di non vedere diffuse falsità sulla loro scelta di vita. E vedere sfruttati a fini propagandistici i rari casi di problemi di salute dei bambini non dovrebbe piacere a nessuno, vegan o non vegan.
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Comunicazione a cura di Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana SSNV
http://www.scienzavegetariana.it - info@scienzavegetariana.it
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Note:
Societa' Scientifica di Nutrizione Vegetariana - SSNV si prefigge di fornire ai professionisti della salute e alla popolazione generale informazioni corrette sulla nutrizione a base di cibi vegetali e sui suoi rapporti con la salute.dr. Luciana Baroni, MDhttp://www.blogger.com/profile/02548531141173440378noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7350074642365442987.post-58579950609937928492016-06-30T22:16:00.001+02:002016-06-30T22:16:28.975+02:00
<b>[COMUNICATO STAMPA]
CARENZA DI VITAMINA B12 NELLA BAMBINA (FORSE) VEGAN
RICOVERATA A GENOVA? PER PREVENIRE QUESTI RARI CASI
BASTANO PEDIATRI COMPETENTI, CHE PRESCRIVANO L'INTEGRATORE.
MOLTO PIU' PREOCCUPANTI, GRAVI E NUMEROSI I CASI DI CATTIVA
NUTRIZIONE DEI BAMBINI ONNIVORI: LANCIAMO L'ALLARME SU QUELLI. </b>
30 giugno 2016
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I medici e nutrizionisti della Rete Famiglia Veg, esperti in nutrizione pediatrica a base vegetale, si esprimono con alcune considerazioni chiarificatrici in merito alla vicenda della bambina presunta vegana ricoverata al Gaslini di Genova per una presunta carenza di vitamina B12.
"Non avendo dati di prima mano non è possibile sapere se la bambina e la madre seguissero realmente un'alimentazione 100% vegetale: nei pochi altri casi simili riportati dai giornali con tanto clamore è poi risultato che la famiglia e i bambini non fossero vegani né vegetariani" precisa la dottoressa Luciana Baroni, presidente di Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana - SSNV.
Afferma il dott. Mario Berveglieri, pediatra e co-promotore della Rete Famiglia Veg: "Se veramente si tratta di carenza di vitamina B12, il problema non ha a che vedere con l'alimentazione vegan in sé, ma solo con la mancata integrazione di tale vitamina, che si trova facilmente in commercio e deriva da sintesi batterica, così come avviene in natura (questa vitamina non è prodotta né dalle piante né dagli animali, ma dai batteri che contaminano il terreno e le acque)."
Tutti gli onnivori di fatto assumono la vitamina B12 dagli integratori, infatti la maggior parte degli integratori di B12 prodotti nel mondo sono utilizzati nei mangimi degli animali d'allevamento.
Continua la dottoressa Luciana Baroni: "Si leggono così tante affermazioni errate negli articoli apparsi in questi giorni... tra le più infondate e francamente assurde: i vegani soffrirebbero di carenza di acido folico? No, una dieta basata sui vegetali è ben più ricca di acido folico di una basata sui cibi animali. Carenza di ferro? No, un'alimentazione 100% vegetale è ricca di ferro. La dieta vegan necessita di particolari attenzioni? Proprio no, è molto più facile ottenere una dieta sana 100% vegetale piuttosto che una dieta sana basata sui cibi animali (anzi, è impossibile che una dieta che comprenda ogni giorno varie porzioni di cibi animali sia sana). Certificato medico per avere il menù vegan a scuola? Assolutamente no, anzi, il Ministero ha appena emesso una nota per redarguire i Comuni che lo richiedono, specificando che non hanno alcun diritto di farlo."
Infine, una domanda un po' provocatoria: come mai per i rarissimi episodi di bambini vegan (che spesso si rivelano non tali) che incorrono in carenza di vitamina B12, sulle ormai migliaia che vivono in ottima salute in Italia, occorre "montare un caso", mentre per i molto più numerosi episodi di scorretta nutrizione nei bambini onnivori - a volte per carenze, molto più spesso per eccesso - non si spende nemmeno una parola e non ci si scandalizza, dato che sono molto più numerosi e gravi?
Spiega la dottoressa Carla Tomasini, pediatra della Rete Famiglia Veg e autrice dell'opuscolo per i pediatri "Famiglie veg - una nuova sfida per la Pediatria": "Allarmismo per un paio di bambini vegani (ma forse nemmeno erano vegani) di fronte a un terzo di bambini sovrappeso italiani che sono dei potenziali 'futuri malati'? Questo sì dovrebbe destare allarme, non i rari casi di genitori che hanno avuto la sfortuna di trovare pediatri non competenti e non hanno integrato la vitamina B12".
Per concludere, da tempo l’American Academy of Pediatrics sostiene (e continua a ribadire) che le diete vegetariane, comprese le vegane, che possono essere ben pianificate com molta facilità (con maggior facilità di quelle onnivore, se si ha la salute come obiettivo) non solo sono salutari, ma danno anche dei vantaggi in termini di salute. Una posizione del tutto analoga a quella dell’Academy of Nutrition and Dietetics.
E' dunque tempo che pediatri e nutrizionisti si aggiornino e diano informazioni corrette ai genitori vegan. Per quanto è nelle proprie possibilità, l'associazione non profit Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana - SSNV sta contribuendo al cambiamento culturale mettendo a disposizione della popolazione vegetariana (vegana inclusa) una rete di professionisti, la Rete Famiglia Veg - www.famigliaveg.it
La Rete è formata da professionisti, esperti in alimentazione nell'infanzia, che hanno sottoscritto precise linee guida basate sulla più recente letteratura scientifica in materia, in modo da uniformare l’approccio nei confronti di questo tipo di alimentazione.
Chiunque sia competente sul tema è invitato a farne parte e le "famiglie veg" sono invitate a consultare il sito per trovare supporto quando necessario.
Informazioni e contatti: retefamigliaveg@scienzavegetariana.it
Comunicazione a cura di Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana SSNV
http://www.scienzavegetariana.it - info@scienzavegetariana.it
Note:
Societa' Scientifica di Nutrizione Vegetariana - SSNV si prefigge di fornire ai professionisti della salute e alla popolazione generale informazioni corrette sulla nutrizione a base di cibi vegetali e sui suoi rapporti con la salute.dr. Luciana Baroni, MDhttp://www.blogger.com/profile/02548531141173440378noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7350074642365442987.post-40600765435825321322016-06-30T22:13:00.001+02:002016-06-30T22:13:37.948+02:00<b>Vitamina B12, importantissima per tutti!!</b>
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<a href="http://www.veggiechannel.com/video/scienze-medicina-salute-alimentazione/carenze-integrazione-vitamina-b12-luciana-baroni"></a>
http://www.veggiechannel.com/video/scienze-medicina-salute-alimentazione/carenze-integrazione-vitamina-b12-luciana-baronidr. Luciana Baroni, MDhttp://www.blogger.com/profile/02548531141173440378noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7350074642365442987.post-75114681709090389502016-04-20T10:53:00.000+02:002016-04-20T17:41:58.314+02:00Lo stolto non ha ancora capito che deve guardare la luna, non il dito
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Poveri vegetariani, sempre in affanno per la propria salute. Proprio adesso che la recentissima posizione sulle diete vegetariane della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) li aveva tranquillizzati sul fatto che anche in Italia non rischiano la tanto invocata carenza di ferro e proteine, ecco in arrivo un’altra preoccupazione: la dieta vegetariana provocherebbe una mutazione genetica che favorirebbe la comparsa di cancro e malattie cardiovascolari. <br>
<i>Sic et simpliciter.</i><br>
Ma che strano. Gli studi epidemiologici condotti su centinaia di migliaia di vegetariani dicono l’esatto contrario: i vegetariani hanno un rischio sensibilmente ridotto di malattie cardiovascolari e tumori. E allora? Qualcosa non torna, forse anche quest’ultima storia è stata, “stranamente” mal raccontata. Chissà perché capita sempre che prevalga il pensiero paleologico quando dà la possibilità di mettere in guardia la popolazione dall’adozione di una dieta vegetariana, mentre l’enorme mole di dati che sostengono i molti effetti positivi sulla salute di questa dieta passa solitamente in sordina.
«<i>All'inizio eravamo contenti che le nostre ricerche suscitassero un tale interesse, poi ci siamo accorti che la maggior parte degli articoli raccontavano cose non vere</i>» ha dichiarato il prof. Kaixiong Ye, uno degli autori.
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<b>Vogliamo allora vedere insieme cosa dice veramente questa ricerca?</b>
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Va premesso che gli acidi grassi a lunga catena (LCPUFAs) non sono grassi essenziali, ma vengono sintetizzati dall’organismo, sulla base delle proprie necessità, per la produzione di molecole di regolazione e grassi strutturali del Sistema Nervoso. Questo avviene a partire dagli acidi grassi essenziali Alfa-Linolenico (omega-3) e Linoleico (omega-6) attraverso una via enzimatica (FADS) che, come tutte le attività metaboliche del nostro corpo, è regolata dai geni (DNA). FADS1 e FADS2 sono enzimi essenziali per questa conversione. Poiché i LCPUFAs possono essere assunti già preformati a partire da cibi animali, soprattutto marini, appare chiaro che chi ha una dieta che li fornisce direttamente (carnivori e pescivori) non avrà bisogno di efficienti meccanismi di conversione mentre chi, come i vegetariani, non assume LCPUFAs preformati, beneficierà di una via di conversione efficiente.
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I ricercatori della Cornell University hanno giusto individuato una variante genetica che è evoluta nelle popolazioni che storicamente hanno seguito una dieta a base vegetale, e che rende più efficiente la conversione. Un differente allele di questo gene, che rende meno efficiente la conversione e quindi è adatta per una dieta a base di animali marini, è stata individuata negli Inuit, che consumano prevalentemente pesce.
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Secondo i ricercatori si tratta di un polimorfismo genetico di natura adattativa, che appare essersi selezionato naturalmente in individui appartenenti a popolazioni storicamente vegetariane come gli Indiani (68%) rispetto individui USA, a dieta occidentale (18%). L’utilizzo di campioni appartenenti al Genomes Project ha confermato la prevalenza di questo polimorfismo favorente la sintesi endogena di LCPUFAs nel 70% di Sud Asiatici, 53% di Africani, 29% di Asiatici orientali, e 17% di Europei. Al contrario, negli Inuit della Groenlandia si è selezionata la variante differente, che rende meno efficiente la formazione di LCPUFAs. Questo perché questi soggetti ricavano questi acidi grassi direttamente dalla dieta, e quindi non necessitano di efficaci meccanismi di conversione, che anzi data la selezione naturale alla quale queste popolazioni sono state sottoposte, potrebbero essere lesivi per la loro stessa sopravvivenza.
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Dice il prof. Brenna, maggior autore: «<i>Nei vegetariani, la domanda fisiologica di LCPUFAs probabilmente ha favorito un corredo genetico in grado di supportare in modo efficiente la sintesi di questi metaboliti fondamentali</i>».
L’allele “vegetariano” si è quindi selezionato in popolazioni che hanno seguito diete a base vegetale per centinaia di generazioni. Questa variante si è affermata secondo la logica del vantaggio genetico che caratterizza l’evoluzione delle specie: è cioè vantaggiosa per l’organismo di chi basa la propria alimentazione prevalentemente su cibi vegetali.
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«<i>Si tratta di uno dei più interessanti esempi di adattamento locale. L’adattamento è dato dall’inserzione di un piccolo frammento di DNA di cui conosciamo la funzione. Questa funzione si è rivelata sfavorevole quando si è estesa alle popolazioni Inuit, provocando la selezione di individui che non la presentavano. E' quindi possibile che nella storia evolutiva umana e secondo le epoche, quando le popolazioni si sono spostate in ambienti diversi seguendo un regime vegetariano, o a base di pesce, ci sia stata un adattamento del gene in questione</i>», dichiara sempre il Prof Kaixiong Ye. <br>Che è più complesso che affermare che "l'alimentazione vegetariana porta a delle modificazioni genetiche”.<br><br>
«Molti articoli che parlano del nostro studio fanno errori», dice Alon Keinanmais, un altro degli autori. «<i>Non è pericoloso essere vegetariani. Un individuo che arriva da una popolazione che è vegetariana da molte generazioni ha forti probabilità di avere questa variante che favorisce la sintesi dei LCPUFAs da parte dell’organismo. In quel caso il regime vegetariano è per lui la scelta migliore. Al contrario se questa persona mangia delle carni rosse regolarmente potrebbe avere dei livelli elevati di omega 6, che hanno effetti infiammatori e possono portare a malattia cardiache o ad alcuni tipi di cancro</i>». E questo è un motivo in più perché rimanga vegetariano!!!!
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Ricordiamo che le nuove linee guida dietetiche per vegetariani italiani raccomandano di mantenere il rapporto massimo di 1:4 nelle assunzioni di omega3-omega-6 della dieta. <br><br><b>Questo è possibile semplicemente:<br>
-assumendo buone fonti di omega-3 (noci, semi di chia, semi e olio di lino)<br>
-consumando gli altri grassi della dieta sotto forma di olio di oliva e limitando/abolendo il consumo di tutti i cibi animali (anche latticini e uova) e prodotti da forno industriali.</b>
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Vedi per approfondimenti http://www.piattoveg.info/omega3.html</b><br>
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Fonti:
http://mbe.oxfordjournals.org/content/early/2016/03/09/molbev.msw049.abstract<br>
http://www.news.cornell.edu/stories/2016/03/eating-green-could-be-your-genes<br>
http://www.agoravox.it/La-dieta-vegetariana-non-fa-venire.html<br>
http://www.today.it/scienze/dieta-vegetariana-mutazioni-genetiche.html<br>
http://www.lescienze.it/news/2016/03/30/news/adattamento_genetico_dieta_vegetariana-3033472/
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<b>Luciana Baroni <br>
15.04.2016 <br>
<i>in memoria di mio padre</i></b>dr. Luciana Baroni, MDhttp://www.blogger.com/profile/02548531141173440378noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7350074642365442987.post-54147704988201693712016-01-01T18:53:00.002+01:002016-01-01T18:53:51.648+01:00VOTATE, VOTATE, VOTATE<div id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32078" style="background-color: white; font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12pt; line-height: 21.6pt; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32080" style="font-family: Verdana; font-size: x-small;"><span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32079" style="font-size: 11pt;">Cara Luciana,</span></span></div>
<div id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32038" style="background-color: white; font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12pt; line-height: 21.6pt; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32037" style="font-family: Verdana; font-size: x-small;"><span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32036" style="font-size: 11pt;">ti scrivo per informarti che i lettori della <b>nuova rivista VEGAN ITALY</b>, dedicata alla cultura vegana e animalista, ti hanno nominato tra i migliori rappresentanti di questo movimento.</span></span></div>
<div class="yiv9874054276MsoNormal" id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32035" style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; padding: 0px;">
<br /></div>
<div class="yiv9874054276MsoNormal" id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32032" style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; padding: 0px;">
<span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32034" style="font-family: Verdana; font-size: x-small;"><span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32033" style="font-size: 11pt;">Ti chiediamo allora di aiutarci a promuovere questa iniziativa, pubblicizzando e promuovendo l'ultimo mese di votazione sui tuoi social, blog e tra i tuoi contatti per stabilire chi è<span class="yiv9874054276apple-converted-space"> </span><span style="font-weight: 700;"><b><span style="font-family: Verdana;"><span style="border: 1pt none windowtext; padding: 0cm;">il Migliore di ciascuna categoria</span></span></b></span>.<span class="yiv9874054276apple-converted-space"></span></span></span><span class="yiv9874054276apple-converted-space"></span></div>
<div class="yiv9874054276MsoNormal" id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32042" style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; padding: 0px;">
<br /></div>
<div class="yiv9874054276MsoNormal" id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32005" style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; padding: 0px;">
<span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32004" style="font-family: Verdana; font-size: x-small;"><span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32003" style="border: 1pt none windowtext; font-size: 11pt; padding: 0cm;">I dieci nominativi che presentiamo in queste pagine sono quelli che hanno ricevuto più segnalazioni <span style="color: navy;">nella</span> prima fase<span style="color: navy;"> del progetto.</span></span></span></div>
<div class="yiv9874054276MsoNormal" id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32043" style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; padding: 0px;">
<br /></div>
<div id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32050" style="background-color: white; font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12pt; line-height: 21.6pt; margin-bottom: 12pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32049" style="font-family: Verdana; font-size: x-small;"><span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32048" style="font-size: 11pt;">Ecco<span class="yiv9874054276apple-converted-space"> </span><span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32047" style="font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: 700; line-height: inherit;"><b id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32046"><span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32045" style="font-family: Verdana;"><span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32044" style="border: 1pt none windowtext; padding: 0cm;">i primi 10 nominati per ciascuna categoria</span></span></b></span>:<span class="yiv9874054276apple-converted-space"> </span><br /><span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32059" style="color: #666666;"><span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32058">•<span class="yiv9874054276apple-converted-space"> </span><b id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32087" style="font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; line-height: inherit;"><span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32086" style="border: 1pt none windowtext; padding: 0cm;"><a href="http://www.veganitaly.it/imigliori.php#1" id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32085" rel="nofollow" style="background-color: transparent; color: purple; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;" target="_blank"><span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32084" style="color: #f6a800;"><span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32083">Miglior LOCALE</span></span></a><span class="yiv9874054276apple-converted-space" id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32088"> </span></span></b><br />•<span class="yiv9874054276apple-converted-space"> </span><span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32095" style="font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: 700; line-height: inherit;"><b id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32094"><span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32093" style="font-family: Verdana;"><span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32092" style="border: 1pt none windowtext; padding: 0cm;"><a href="http://www.veganitaly.it/imigliori.php#2" id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32091" rel="nofollow" style="background-color: transparent; color: purple; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;" target="_blank"><span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32090" style="color: #f6a800;"><span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32089">Miglior FOODBLOGGER</span></span><span class="yiv9874054276apple-converted-space"><span style="color: #f6a800;"><span style="text-decoration: none;"> </span></span></span></a></span></span></b></span><br />•<span class="yiv9874054276apple-converted-space"> </span><span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32057" style="font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: 700; line-height: inherit;"><b id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32056"><span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32055" style="font-family: Verdana;"><span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32054" style="border: 1pt none windowtext; padding: 0cm;"><a href="http://www.veganitaly.it/imigliori.php#3" id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32053" rel="nofollow" style="background-color: transparent; color: purple; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;" target="_blank"><span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32052" style="color: #f6a800;"><span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32051">Miglior LIBRO DI CUCINA</span></span><span class="yiv9874054276apple-converted-space"><span style="color: #f6a800;"><span style="text-decoration: none;"> </span></span></span></a></span></span></b></span><br />•<span class="yiv9874054276apple-converted-space"> </span><span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32067" style="font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: 700; line-height: inherit;"><b id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32066"><span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32065" style="font-family: Verdana;"><span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32064" style="border: 1pt none windowtext; padding: 0cm;"><a href="http://www.veganitaly.it/imigliori.php#4" id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32063" rel="nofollow" style="background-color: transparent; color: purple; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;" target="_blank"><span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32062" style="color: #f6a800;"><span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32061">Miglior TESTIMONE italiano</span></span></a></span></span></b></span><span class="yiv9874054276apple-converted-space"><b><span style="border: 1pt none windowtext; padding: 0cm;"> </span></b></span><br />•<span class="yiv9874054276apple-converted-space"> </span><span style="font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: 700; line-height: inherit;"><b><span style="font-family: Verdana;"><span style="border: 1pt none windowtext; padding: 0cm;"><a href="http://www.veganitaly.it/imigliori.php#5" rel="nofollow" style="background-color: transparent; color: purple; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;" target="_blank"><span style="color: #f6a800;">Miglior TESTIMONE italiana</span></a></span></span></b></span><span class="yiv9874054276apple-converted-space"> </span></span></span></span></span></div>
<div class="yiv9874054276MsoNormal" style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12pt; font-stretch: inherit; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; padding: 0px; widows: 1;">
<br /></div>
<div class="yiv9874054276MsoNormal" style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; padding: 0px;">
<span style="font-family: Verdana; font-size: x-small;"><span style="font-size: 11pt;">Questo il link dove votare il preferito in assoluto <b><span style="border: 1pt none windowtext; padding: 0cm;">entro il 31 gennaio 2016</span></b>: <span style="color: black;"><a href="http://www.veganitaly.it/imigliori" rel="nofollow" style="color: purple; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;" target="_blank">http://www.veganitaly.it/imigliori</a></span></span></span></div>
<div class="yiv9874054276MsoNormal" style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; padding: 0px;">
<br /></div>
<div class="yiv9874054276MsoNormal" style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; padding: 0px;">
<span style="font-family: Verdana; font-size: x-small;"><span style="font-size: 11pt;">Ti ringraziamo fin da ora per la tua attenzione e per l'eventuale adesione al progetto! </span></span></div>
<div class="yiv9874054276MsoNormal" id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32076" style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; padding: 0px;">
<br /></div>
<div class="yiv9874054276MsoNormal" id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32075" style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; padding: 0px;">
<span style="font-family: Verdana; font-size: x-small;"><span style="font-size: 11pt;">Grazie mille e a presto,</span></span></div>
<div id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32074" style="background-color: white; font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12pt; line-height: 21.6pt; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<br /></div>
<div class="yiv9874054276MsoNormal" id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32073" style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; padding: 0px;">
<br /></div>
<div class="yiv9874054276MsoAutoSig" id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32072" style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12pt; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; padding: 0px;">
<b><span style="color: black; font-family: Tahoma; font-size: x-small;"><span style="font-size: 10pt;">Michela Lavagno</span></span></b><b><span style="color: black; font-family: Tahoma; font-size: x-small;"><span style="font-size: 10pt;"></span></span></b></div>
<div class="yiv9874054276MsoAutoSig" id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32071" style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12pt; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; padding: 0px;">
<b><span style="font-family: Tahoma; font-size: x-small;"><span style="font-size: 10pt;">Ufficio Stampa</span></span></b><span style="font-family: Tahoma; font-size: x-small;"><span style="font-size: 10pt;"><br /></span></span><span style="font-family: Tahoma; font-size: x-small;"><span style="font-size: 10pt;">Edizioni Sonda</span></span><span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32099" style="font-family: Tahoma; font-size: x-small;"><span id="yui_3_16_0_1_1451669846941_32098" style="font-size: 10pt;">C.so Indipendenza, 63 - 15033 Casale Monf. </span></span><span style="font-family: Tahoma; font-size: x-small;"><span lang="EN-GB" style="font-size: 10pt;">(Al)<br />tel 0142 461516<br />fax 0142 461523<br /><a href="http://www.sonda.it/" rel="nofollow" style="color: purple; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;" target="_blank" title="blocked::http://www.sonda.it/">www.sonda.it</a></span></span></div>
dr. Luciana Baroni, MDhttp://www.blogger.com/profile/02548531141173440378noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7350074642365442987.post-16921150233807223512015-12-23T21:13:00.004+01:002015-12-23T21:13:46.261+01:00<div style="font-family: arial, sans; font-size: 10pt; line-height: normal; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
divulghiamo questo comunicato con preghiera di massima diffusione,<br />Potete trovare la versione on-line alla pagina:<br /><a href="http://www.agireora.org/ecologia/calorie-insalata-pancetta-3011.html">http://www.agireora.org/ecologia/calorie-insalata-pancetta-3011.html</a></div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 10pt; line-height: normal; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Grazie,<br />La Redazione di SSNV</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 10pt; line-height: normal; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
<img border="0" src="http://www.nutritionecology.org/img/header_neic.gif" /></div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 10pt; line-height: normal; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
[COMUNICATO STAMPA]<br />DIETA VEGETALE AMICA DELL'AMBIENTE, NON CERTO NEMICA,<br />COME CONFERMATO DA DECENNI DI STUDI: ASSURDO CONFRONTARE<br />LE CALORIE DELLA PANCETTA CON QUELLE DELL'INSALATA!<br />17 dicembre 2015</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 10pt; line-height: normal; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Varie agenzie e giornali titolano in questi giorni "Dieta vegetariana nemica dell'ambiente" e frasi simili, sostenendo che "la pancetta ha un minor impatto ambientale rispetto all'insalata" a parità di calorie.</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 10pt; line-height: normal; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Il problema di base in questo ragionamento è <b>l'assurdità di mettere a confronto l'impatto "a parità di calorie" di due cibi con contenuto calorico diversissimo</b>: sarebbe come dire che bere 1 litro di acqua ha un impatto infinitamente maggiore del mangiare 1 etto di pancetta "a parità di calorie", visto che l'acqua ha un contenuto calorico nullo!</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 10pt; line-height: normal; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Ma in una normale dieta quotidiana <b>il fabbisogno calorico non si ricava né dall'acqua, né dalle verdure</b>: da queste ultime si ottengono la fibra, vitamine, minerali, fitocomposti, tanti micro e macro nutrienti utili, anzi indispensabili, alla nostra salute. Non è alla verdura che ricorriamo per raggiungere la quota calorica necessaria, ma ai cereali, ai legumi, alla frutta secca e semi, all'olio.</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 10pt; line-height: normal; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Al contrario, un ampio (ma non irrealistico) consumo di verdura ci aiuta proprio a evitare l'eccesso di calorie, facendoci raggiungere prima il senso di sazietà, grazie all'elevato contenuto di fibra.</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 10pt; line-height: normal; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Un incremento del consumo di verdura è necessario in qualsiasi regime alimentare, in quanto nell'odierna dieta media questi importanti alimenti vengono contemplati in quantità esigue, incompatibili con una sana ed equilibrata alimentazione. Questo però non significa che una data quantità di un alimento molto calorico - come può essere la pancetta, o un altro insaccato, o i formaggi - vada sostituita con una quantità 28 volte maggiore di un cibo che ha 28 volte meno calorie. E' chiaro che ragionando in questo modo si possono "dimostrare" tesi assurde, perché si assume un consumo irrealistico di verdura.</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 10pt; line-height: normal; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Il numero 28 non è stato citato a caso: è esattamente il rapporto fra le calorie di 100 g di pancetta rispetto alle calorie di 100 g di insalata. Un etto di pancetta contiene circa 400 calorie, un etto di insalata 14. Quindi <b>per ottenere 400 calorie dall'insalata ne dovremmo consumare quasi 3 kg! Ma chi si sognerebbe mai di compiere un'azione del genere?</b> Un ragionamento simile vale anche per la altre verdure, per esempio le zucchine: nessuno consumerebbe mai 4 kg di zucchine per ottenere le stesse calorie di un etto di pancetta. Sarebbe semplicemente impossibile.</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 10pt; line-height: normal; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Quello che va invece confrontato sono due <b>diete giornaliere complete</b>, una 100% vegetale e una con una grande componente di cibi animali a parità di calorie: in quel caso è palese - ed è stato dimostrato da tanti studi degli ultimi decenni e mai smentito - che l'<b>impatto di quella a base di cibi animali è molto più alto di quella 100% vegetale</b>, da ogni punto di vista: emissioni di gas serra, consumo di acqua, di energia, di suolo.</div>
<h2 style="font-family: arial, sans; font-size: 15pt; line-height: normal; margin: 4px 0px 6px; padding: 2px;">
Nessun conflitto tra salute ed ecologia, tutt'altro</h2>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 10pt; line-height: normal; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Non esiste dunque alcun conflitto tra salute umana ed ecologia, anzi, è vero il contrario, e questo è stato di recente affermato in modo esplicito dal Dietary Guidelines Advisory Committee, il Comitato del dipartimento per la salute e del dipartimento per l'agricoltura del governo degli USA, sulla base dei più quotati studi scientifici pubblicati tra il 2000 e il 2015. Il comitato afferma che:</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 10pt; line-height: normal; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
- tutti gli studi erano concordi nel dimostrare che maggiori consumi di cibi animali sono associati a un maggior impatto sull'ambiente, mentre maggiori consumi di cibi vegetali sono associati a un minor impatto.</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 10pt; line-height: normal; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
- Gli studi erano concordi nel sostenere che le diete che promuovono una miglior salute promuovono anche la sostenibilità.</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 10pt; line-height: normal; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
- Gli studi hanno mostrato che diete più sane che seguono le linee guida sono più sostenibili ambientalmente rispetto a quelle tipiche consumate dalla popolazione.</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 10pt; line-height: normal; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
(Fonte: <a href="http://health.gov/dietaryguidelines/2015-scientific-report/14-appendix-e2/e2-37.asp" target="_blank">Appendix E-2.37. Part D. Chapter 5: Food Sustainability and Safety</a>)</div>
<h2 style="font-family: arial, sans; font-size: 15pt; line-height: normal; margin: 4px 0px 6px; padding: 2px;">
La logica e la matematica lo confermano</h2>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 10pt; line-height: normal; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Questa è la realtà dei fatti, ed è facilmente spiegata da un punto di vista razionale: per ottenere la carne (ma anche latticini o uova) occorre coltivare il terreno per produrre cibo per gli animali d'allevamento, nutrire gli animali e poi macellarli. In media, <b>per ogni kg di carne ottenuta da un animale, bisogna coltivare 15 kg di vegetali</b> (cereali e leguminose, per lo più). E' chiaro dunque che se invece si coltivano direttamente i vegetali per il consumo umano, senza questo passo intermedio di "trasformazione" da vegetali a carne, occorre coltivare molti meno vegetali (o, con gli stessi vegetali, si nutrirebbero molte più persone) e quindi si consuma meno terreno, meno acqua, meno energia e di conseguenza si emettono meno gas serra dal processo produttivo.</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 10pt; line-height: normal; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Nessuna "dimostrazione" o pseudo tale può contrastare questa realtà dei fatti, molto semplice da capire per tutti. Arrivare a sostenere che una dieta basata sui vegetali consuma più risorse confrontando le calorie della pancetta con quelle dell'insalata è davvero un pessimo servizio che si fa ai cittadini, un grave insulto alla loro intelligenza.</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 10pt; line-height: normal; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Scegliere se introdurre o meno nella propria alimentazione prodotti animali, fa la differenza, eccome, sull'impronta ecologica del singolo, e tale scelta è l'<b>arma più potente che il singolo cittadino ha a disposizione per abbattere il proprio impatto negativo sull'ambiente: una dieta onnivora media, a parità di calorie, impatta quasi 7 volte tanto rispetto a una dieta 100% vegetale</b>. (Fonte: Baroni L, Cenci L, Tettamanti M, Berati M <a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17035955?dopt=Abstract" target="_blank">Evaluating the environmental impact of various dietary patterns combined with different food production systems</a>, Eur J Clin Nutr. 2007 Feb;61(2):279-86. Epub 2006 Oct 11).</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 10pt; line-height: normal; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
E' quindi particolarmente importante non lasciarsi fuorviare da esercizi di fantasia basati su presupposti irrealistici.</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 10pt; line-height: normal; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Comunicato di:<br />NEIC - Centro Internazionale di Ecologia della Nutrizione<br /><a href="http://www.nutritionecology.org/">http://www.nutritionecology.org</a> - <a href="mailto:info@nutritionecology.org">info@nutritionecology.org</a></div>
dr. Luciana Baroni, MDhttp://www.blogger.com/profile/02548531141173440378noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7350074642365442987.post-57026527101249198562015-05-11T10:11:00.000+02:002015-05-11T10:11:06.588+02:00carnismogrande melanie<br />
<br />
<a href="http://r20.rs6.net/tn.jsp?e=001s0iZHQLlDjJ7DYDonZp_bsmgNAHP9jYM9RMQzKMk80lSwYL9DuQ3flHMbrSV9QyumdX3RD56PXWff5cxw4vCzNaa2jglO-iCq7ZwFNpcTkc=" id="yui_3_16_0_1_1431331817077_2213" shape="rect" style="color: #196ad4; font-family: verdana, helvetica, sans-serif; font-size: 13px; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;" target="_blank">http://r20.rs6.net/tn.jsp?e=001s0iZHQLlDjJ7DYDonZp_bsmgNAHP9jYM9RMQzKMk80lSwYL9DuQ3flHMbrSV9QyumdX3RD56PXWff5cxw4vCzNaa2jglO-iCq7ZwFNpcTkc=</a>dr. Luciana Baroni, MDhttp://www.blogger.com/profile/02548531141173440378noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7350074642365442987.post-15478104676471466162015-05-08T21:17:00.001+02:002015-05-08T21:17:36.244+02:00Ciclo di vita: Intervista a Luciana Baroni, Presidente di Società...<a href="http://www.ciclodivita.it/2015/04/intervista-luciana-baroni-presidente-di.html?spref=bl">Ciclo di vita: Intervista a Luciana Baroni, Presidente di Società...</a>: Sono molto contenta di aver avuto ldr. Luciana Baroni, MDhttp://www.blogger.com/profile/02548531141173440378noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7350074642365442987.post-50403950850523690082015-04-16T10:56:00.003+02:002015-04-16T10:56:41.463+02:00<a href="http://www.dovepress.com/ensuring-good-nutritional-status-in-patients-with-parkinson39s-disease-peer-reviewed-article-JPRLS" style="-webkit-transition: color 0.1s; color: #2e7295; font-family: Arial, verdana, sans-serif; font-size: 11px; font-style: italic; line-height: 15.399999618530273px; text-decoration: none; transition: color 0.1s;"><b style="border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Ensuring good nutritional status in patients with Parkinson's disease: challenges and solutions</b></a><br style="font-family: Arial, verdana, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 15.399999618530273px;" /><span style="border: 0px; color: #333333; font-family: Arial, verdana, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 15.399999618530273px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Luciana Baroni,<sup style="border: 0px; font-size: 0.7em; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px;">1</sup> Cristina Zuliani<sup style="border: 0px; font-size: 0.7em; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px;">2</sup><br /><sup style="border: 0px; font-size: 0.7em; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px;">1</sup>Primary Care Unit, Northern District, Azienda ULSS 9 Treviso, Italy; <sup style="border: 0px; font-size: 0.7em; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px;">2</sup>Department of Neurology, General Hospital, Mirano, Venice, Italy<br /><br /><strong style="border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Abstract:</strong> Nutrition is becoming an important tool in the management of the main chronic diseases, including Parkinson's disease (PD). Nutritional status has been shown to deteriorate with the progression of PD, due to motor and nonmotor complications. Dietary protein can reduce the effectiveness of levodopa treatment in PD patients, since the large neutral amino acids and levodopa share the same saturated carrier system, while fiber can improve the drug bioavailability. Moreover, nutrition seems to be directly involved in PD risk: high dietary intakes of animal fat, iron, mercury, and dairy, as well as western dietary patterns can increase it, while intake of some antioxidant compounds and plant-based dietary patterns can be protective. The means of ensuring good nutritional status in PD range from providing adequate energy and nutrients for the body, to considering in a broader perspective, the management of motor and nonmotor symptoms and chronic levodopa treatment complications, as well as pursuing potential neuroprotection. This review summarizes the most relevant results in the literature, and discusses the contribution of diet in the management of PD.<br /><br /><strong style="border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Keywords:</strong> levodopa, Mediterranean diet, plant-based diet, protein-redistribution diet, vegetarian diet</span>dr. Luciana Baroni, MDhttp://www.blogger.com/profile/02548531141173440378noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7350074642365442987.post-25971668318446166142015-03-31T21:53:00.001+02:002015-03-31T21:53:26.599+02:00<div id="yui_3_16_0_1_1427830290868_17003" style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Cari lettori,</div>
<div id="yui_3_16_0_1_1427830290868_17002" style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
divulghiamo questo comunicato stampa con preghiera di massima diffusione.</div>
<div id="yui_3_16_0_1_1427830290868_17001" style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Fonte notizia: <a href="http://www.nutritionecology.org/it/news/news_dett.php?id=1508" rel="nofollow" style="color: #196ad4; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;" target="_blank">http://www.nutritionecology.org/it/news/news_dett.php?id=1508</a></div>
<div id="yui_3_16_0_1_1427830290868_17000" style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Buona lettura,<br />La Redazione di SSNV</div>
<hr id="yui_3_16_0_1_1427830290868_17008" style="font-family: 'Helvetica Neue', 'Segoe UI', Helvetica, Arial, 'Lucida Grande', sans-serif; font-size: 13px;" />
<div id="yui_3_16_0_1_1427830290868_16948" style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
<img border="0" height="122" id="yui_3_16_0_1_1427830290868_16947" src="http://www.nutritionecology.org/img/header_neic.gif" style="border: 0px;" width="481" /></div>
<div id="yui_3_16_0_1_1427830290868_17009" style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
[COMUNICATO STAMPA]<br />CARNE E IMPATTO AMBIENTALE: ASSOCARNI NEGA L'EVIDENZA.<br />ALLEVATORI SOSTENGONO CHE CARNE E VEGETALI ABBIANO<br />STESSA IMPRONTA ECOLOGICA, NONOSTANTE TUTTI GLI<br />STUDI SCIENTIFICI DIMOSTRINO IL CONTRARIO.<br />NO A INCLUDERE LA POSIZIONE DI ASSOCARNI NELLA "CARTA DI MILANO",<br />CON INFORMAZIONI INFONDATE E VIZIATE DAL CONFLITTO DI INTERESSI.<br />24 marzo 2015</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Titoli apparsi di recente sui giornali del tipo "Carne e verdure? Hanno lo stesso impatto ambientale", basati su presunti "studi", sostenuti dalle associazioni di allevatori e macellai, sono un vero insulto alla scienza, alla logica e al buonsenso.</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Tutti gli studi di impatto ambientale degli ultimi decenni hanno dimostrato che i prodotti di origine animale (carne, pesce, latticini e uova) causano un impatto ambientale molto più elevato di quelli di origine vegetale. Non vi è discussione sul tema, da parte delle comunità scientifica, si tratta di risultati ormai assodati.</div>
<h2 style="font-family: arial, sans; font-size: 15pt; margin: 4px 0px 6px; padding: 2px;">
Il report del governo statunitense</h2>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
<img border="0" height="243" src="http://www.nutritionecology.org/img/com_img_1.jpg" style="border: 0px;" width="350" /></div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Ciò è confermato anche dal report appena emesso (febbraio 2015) dal Dietary Guidelines Advisory Committee, il Comitato del dipartimento per la salute e del dipartimento per l'agricoltura del governo degli USA. Il report verrà usato per definire le prossime linee guida governative per una sana alimentazione (che usciranno quest'anno).</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
In tale report, un capitolo è dedicato alla sostenibilità ambientale delle produzioni alimentari e in esso il comitato trae delle conclusioni sulla base dei risultati di 15 studi pubblicati dal gennaio 2000 al marzo 2014 da gruppi di ogni parte del mondo (USA, Regno Unito, Germania, Olanda, Franca, Spagna, Italia, Australia, Brasile, Nuova Zelanda, ecc.) su riviste scientifiche internazionali, su quasi 90 presi in esame. Uno dei 15 scelti è a firma di un gruppo italiano (Baroni L, Cenci L, Tettamanti M, Berati M <a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17035955?dopt=Abstract" rel="nofollow" style="color: #196ad4; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;" target="_blank">Evaluating the environmental impact of various dietary patterns combined with different food production systems</a>, Eur J Clin Nutr. 2007 Feb;61(2):279-86. Epub 2006 Oct 11).</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Nelle conclusioni del report si afferma, tra le altre cose, che:</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
- tutti gli studi erano concordi nel dimostrare che maggiori consumi di cibi animali sono associati a un maggior impatto sull'ambiente, mentre maggiori consumi di cibi vegetali sono associati a un minor impatto.</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
- Gli studi erano concordi nel sostenere che le diete che promuovono una miglior salute promuovono anche la sostenibilità.</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
- Gli studi hanno mostrato che diete più sane che seguono le linee guida sono più sostenibili ambientalmente rispetto a quelle tipiche consumate dalla popolazione.</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
(Fonte: <a href="http://health.gov/dietaryguidelines/2015-scientific-report/14-appendix-e2/e2-37.asp" rel="nofollow" style="color: #196ad4; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;" target="_blank">Appendix E-2.37. Part D. Chapter 5: Food Sustainability and Safety</a>)</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Ora se un gruppo di macellai - per quando numerosi e danarosi - afferma qualcosa di completamente diverso per aumentare i propri guadagni (o cercare di arginare le perdite), non è certo il caso di dar loro credito.</div>
<h2 style="font-family: arial, sans; font-size: 15pt; margin: 4px 0px 6px; padding: 2px;">
L'invenzione degli allevatori: vegetali e carne hanno quasi stessa impronta ecologica</h2>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
<img border="0" height="279" src="http://www.nutritionecology.org/img/com_img_2.jpg" style="border: 0px;" width="300" /></div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Secondo le recenti dichiarazioni delle associazioni di produttori di carne Assica, Assocarni e UnaItalia, le associazioni di categoria che rappresentano gli allevamenti di bovini, suini e pollame, "tutti gli alimenti hanno quasi la stessa influenza".</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Con la loro Clessidra Ambientale, che vorrebbero inserire nella "Carta di Milano" (il documento ufficiale di Expo 2015 da consegnare al segretario generale dell'Onu il prossimo ottobre), affermano "se si segue il giusto modello alimentare, l'impatto medio settimanale della carne risulta allineato a quello di altri alimenti, per i quali gli impatti unitari sono minori, ma le quantità consumate decisamente maggiori".</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Non stupisce questa mistificazione dei dati: chi li presenta in questa maniera ha un conflitto di interessi enorme; però dovrebbero stare ben attenti ad auspicare che la dieta media degli italiani si avvicini a quella delle linee guida, perché perderebbero molti clienti: i consumi reali di carne, pesce, latticini e uova sono molto maggiori di quelli permessi dalle linee guida!</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
La loro stessa affermazione, al netto dei giochi di parole propagandistici, dimostra proprio che la carne ha un impatto ambientale molto più alto dei vegetali: in una alimentazione che segua le linee guida, il consumo di carne è basso (molto minore dei livelli attuali di consumo reale), quindi costituisce solo una piccola parte della dieta. Ebbene, nonostante questo, secondo gli stessi allevatori, l'impatto ambientale generato dalla produzione di quella piccola quantità di carne eguaglia quello di tutto il resto della dieta-tipo, vale a dire quantità molto maggiori di verdura, frutta, legumi, pane, pasta, riso e altri cereali, ecc, da cui si ricava la maggior parte dei nutrienti necessari. Il che significa che produrre carne ha un impatto molto maggiore rispetto a produrre vegetali.</div>
<h2 style="font-family: arial, sans; font-size: 15pt; margin: 4px 0px 6px; padding: 2px;">
Non esiste la "carne sostenibile"</h2>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
<img border="0" height="253" src="http://www.nutritionecology.org/img/com_img_3.jpg" style="border: 0px;" width="400" /></div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Parlare, come essi fanno, di "carni sostenibili" è una contraddizione in termini: per quanti accorgimenti si possano applicare nelle procedure di allevamento e di coltivazione dei mangimi, il problema è intrinseco, non si può eliminare. Infatti, per ottenere carne, o latticini o uova, bisogna nutrire gli animali con una quantità molto maggiore di vegetali (coltivati appositamente, non si tratta di "scarti" che nessuno utilizzerebbe, come si potrebbe ingenuamente pensare). Eliminare questo passo di trasformazione e coltivare cibi per il diretto consumo umano consente di risparmiare moltissime risorse, e, al contrario, non esiste metodo d'allevamento che possa eliminare il problema dell'"inefficienza" di questa trasformazione.</div>
<h2 style="font-family: arial, sans; font-size: 15pt; margin: 4px 0px 6px; padding: 2px;">
L'impatto della carne è ben maggiore di quello dei vegetali, anche in una dieta teorica</h2>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
<img border="0" height="266" src="http://www.nutritionecology.org/img/com_img_4.jpg" style="border: 0px;" width="400" /></div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Oltretutto, secondo gli studi più recenti, i dati divulgati da Assocarni & C. non sono nemmeno corretti: la sola componente animale, anche quando è molto bassa, non pesa sull'ambiente come la restante componente vegetale, ma ben di più. Infatti, uno studio pubblicato di recente sulla rivista scientifica internazionale "Foods" (dello stesso gruppo di autori dell'articolo selezionato dalla commissione statunitense di cui sopra) affronta proprio questo preciso tema: prende in esame 3 diete basate sulle linee guida per una sana alimentazione emanate dal dipartimento per l'agricoltura statunitense (USDA) nel 2010. Una dieta onnivora, una latto-ovo-vegetariana, una vegana. Calcolando l'impatto ambientale totale delle 3 diete, risulta che l'impatto della dieta onnivora è del 463% maggiore rispetto a quella vegan, oltre 4 volte tanto!</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Perciò, scegliere se introdurre o meno nella propria alimentazione prodotti animali, fa la differenza, eccome, sull'impronta ecologica del singolo, e tale scelta è l'arma più potente che il singolo cittadino ha a disposizione per abbattere il proprio impatto negativo sull'ambiente.</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Va osservato che si sta parlando di una dieta teorica, in cui solo il 19% dei prodotti sono di origine animale (includendo in questa categoria carne, pesce, latticini e uova) mentre il restante 81% è lo stesso per tutte le diete. Se invece si va ad analizzare quel 19% di differenza, si evince che la dieta latto-ovo-vegetariana è 9,2 volte (920%) più impattante di quella vegan, l'onnivora è 17,3 (1730%) volte tanto. Si evince inoltre che la componente di origine animale della dieta è responsabile di circa l'80% dell'impatto totale, in una dieta teorica che segue le linee guida, non la metà, come sostengono gli allevatori. (Fonte: Baroni, L.; Berati, M.; Candilera, M.; Tettamanti, M. <a href="http://www.mdpi.com/2304-8158/3/3/443/htm" rel="nofollow" style="color: #196ad4; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;" target="_blank">Total Environmental Impact of Three Main Dietary Patterns in Relation to the Content of Animal and Plant Food.</a> Foods 2014, 3, 443-460. Per un riassunto divulgativo in italiano: <a href="http://www.nutritionecology.org/it/news/news_dett.php?id=1466&pg=1" rel="nofollow" style="color: #196ad4; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;" target="_blank">"Carne, latticini, uova, impattano 17 volte di piu' dei cibi vegetali"</a>).</div>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
La dieta reale nei paesi industrializzati, in particolare dell'Italia, è molto più sbilanciata verso il consumo di cibi animali. Infatti, da uno studio pubblicato nel 2007 (lo stesso cui fa riferimento anche il report del comitato statunitense sopra citato) risulta che la dieta onnivora "reale" (vale a dire calcolata sulle statistiche reali di consumo) ha un impatto di due volte e mezza rispetto a quella "teorica" ottenuta seguendo le linee guida. E una dieta onnivora reale impatta quasi 7 volte tanto rispetto a una dieta 100% vegetale reale.</div>
<h2 style="font-family: arial, sans; font-size: 15pt; margin: 4px 0px 6px; padding: 2px;">
Non permettiamo che questa mistificazione entri nella Carta di Milano</h2>
<div style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
<img border="0" height="258" src="http://www.nutritionecology.org/img/com_img_5.jpg" style="border: 0px;" width="400" /></div>
<div id="yui_3_16_0_1_1427830290868_17017" style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Come <a href="http://www.nutritionecology.org/" rel="nofollow" style="color: #196ad4; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;" target="_blank">NEIC - Centro Internazionale di Ecologia della Nutrizione</a> chiediamo al Ministro delle Politiche Agricole di sventare questa montatura ed evitare la vergogna di inserire in un documento d'intenti con visibilità internazionale qual è la "Carta di Milano" le affermazioni propagandistiche di chi ha interessi economici in gioco.</div>
<div id="yui_3_16_0_1_1427830290868_17016" style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Né il pubblico né le istituzioni devono essere prese in giro: si tratta di un argomento serio e i dati sul tema devono venire dalla letteratura scientifica, non da associazioni di produttori, specie se presentati con dei giri di parole che fanno credere cose diverse rispetto alle conclusioni reali sostenute dai dati scientifici.</div>
<div id="yui_3_16_0_1_1427830290868_17015" style="font-family: arial, sans; font-size: 13px; margin-bottom: 6px; margin-top: 4px; padding: 2px;">
Comunicato di:<br />NEIC - Centro Internazionale di Ecologia della Nutrizione<br /><a href="http://www.nutritionecology.org/" rel="nofollow" style="color: #196ad4; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;" target="_blank">http://www.nutritionecology.org</a> - <a href="mailto:info@nutritionecology.org" rel="nofollow" style="color: #196ad4; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;" target="_blank" ymailto="mailto:info@nutritionecology.org">info@nutritionecology.org</a></div>
<div>
<br /></div>
dr. Luciana Baroni, MDhttp://www.blogger.com/profile/02548531141173440378noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7350074642365442987.post-48974599522894443342014-10-29T20:00:00.001+01:002014-10-29T20:00:22.640+01:00<header class="entry-header" style="color: #404040; font-family: 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, sans-serif; line-height: 20px; word-wrap: break-word;"><h1 class="entry-title" style="border: 0px; clear: both; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-style: inherit; font-weight: inherit; line-height: 54px; margin: 0px 0px 20px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: small;">Posto con piacere, sempre sul tema salute;-)</span></h1>
<h1 class="entry-title" style="border: 0px; clear: both; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-style: inherit; font-weight: inherit; line-height: 54px; margin: 0px 0px 20px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">La dieta vegetariana fa bene alla salute, anzi no…</span></h1>
<div class="entry-meta" style="border: 0px; color: #aaaaaa; font-family: inherit; font-size: 12px; font-style: inherit; line-height: 15px; margin: 15px 0px 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<a class="author" href="http://robertocazzollagatti.com/author/robertocazzollagatti/" rel="author" sl-processed="1" style="border: 0px; color: #3a3a3a; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: 600; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration: none; vertical-align: baseline;">robertocazzollagatti</a> / <a class="entry-date" href="http://robertocazzollagatti.com/2014/04/16/la-dieta-vegetariana-fa-bene-alla-salute-anzi-no/" sl-processed="1" style="border: 0px; color: #aaaaaa; font-family: inherit; font-style: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration: none; vertical-align: baseline;">16 aprile 2014</a></div>
</header><div class="entry-content" style="border: 0px; color: #404040; font-family: 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin: 1.5em 0px 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline; word-wrap: break-word;">
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; margin-bottom: 1.5em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<em style="border: 0px; font-family: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Come pubblicare cattiva scienza in riviste scientifiche ad alto impatto</em></div>
</div>
<br />
<a href="http://robertocazzollagatti.com/2014/04/16/la-dieta-vegetariana-fa-bene-alla-salute-anzi-no/" id="yui_3_16_0_1_1414608960494_3691" shape="rect" style="background-color: white; color: #196ad4; font-family: monospace; font-size: 13px; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;" target="_blank">http://robertocazzollagatti.com/2014/04/16/la-dieta-vegetariana-fa-bene-alla-salute-anzi-no/</a>dr. Luciana Baroni, MDhttp://www.blogger.com/profile/02548531141173440378noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7350074642365442987.post-77448771166587197272014-04-21T16:28:00.003+02:002014-10-29T19:31:52.234+01:00NUOVO STUDIO SULLA SALUTE DEI VEGETARIANI: SPECCHIETTO PER ALLODOLE MOLTO "VOLENTEROSE" <div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 10.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-hansi-theme-font: major-latin;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 10.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Nelle
ultime settimane è girata come un incessante tam-tam la notizia di un nuovo
studio "choc", condotto da alcuni ricercatori austriaci, che nell’immaginario
dei giornalisti "ribalterebbe" l'attuale stato delle conoscenze sulla
buona salute dei vegetariani, dimostrando inequivocabilmente che questa non sarebbe
poi così buona, ma che in verità sarebbe invece pessima. I vegetariani esaminati
in questo studio risulterebbero infatti di salute più cagionevole, ricorrendo
maggiormente a farmaci, dei soggetti non-vegetariani esaminati dai ricercatori.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 10.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Peccato
però che, sapendo ben leggere e possedendo il raro attributo dell’onestà
intellettuale, al di la del titolo e delle prime righe dell'abstract, il reale
contenuto dello studio in oggetto ne sveli l'assoluta inconsistenza. Si tratta
infatti di poco più di un sondaggio, in cui gli intervistati auto-riferivano i
dati raccolti, compreso il fatto di essere vegetariano o meno, dato questo che negli
studi seri viene invece valutato sulla base di questionari alimentari. Nessuno
dei dati raccolti è stato oggetto di alcun controllo da parte dei ricercatori, non
è stato raccolto alcun dato sulla composizione nutrizionale delle diete e, fatto
ben più importante in termini di validità dello studio, si tratta di una
analisi cross-sectional, cioè trasversale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 10.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-hansi-theme-font: major-latin;">In
uno studio trasversale viene “fotografata” la situazione in un dato momento
della vita della persona, e si ricercano eventuali associazioni tra le
variabili esaminate. Questo tipo di analisi ha però un limite intrinseco, che
cioè NON è in grado di stabilire un rapporto di causa-effetto tra le variabili
che risultano tra loro associate: anche se le modalità di raccolta dei dati
fossero state rigorose (e non è questo il caso), il fatto che si tratti di uno
studio trasversale non permette di stabilire alcun nesso di causalità nell’associazione
tra vegetarismo e malattia: il vegetarismo è causa di malattia? essere malati
porta ad adottare un regime vegetariano? Altri fattori, diversi da questi, fanno
risultare questa associazione che di fatto non esiste?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 10.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Qualunque
sia la risposta, è tuttavia probabile che i risultati siano frutto uno scherzo
del caso, dovuto oltre alla criticità nella raccolta dei dati, anche allo
scadente metodo dello studio: all’interno di un vasto campione di circa 15.500
soggetti, era presente uno sparuto gruppo di circa 300 “vegetariani”, tra i
quali la maggioranza consumava pesce, che sono stati messi a confronto con circa
1.000 non-vegetariani, scelti dai ricercatori tra circa i 15.000 non-vegetariani
partecipanti al sondaggio. Un campione totalmente squilibrato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 10.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Queste
sono probabilmente le ragioni per cui i risultati di questo studio non sono in
sintonia con i dati scientifici prodotti da circa 60 anni di studi sui
vegetariani. Centinaia di migliaia vegetariani sono stati esaminati da ricercatori
di più parti del mondo: i ricercatori hanno reclutato soggetti sani
all'ingresso nello studio, che hanno seguito per decenni, ne hanno registrato
con scrupolo le abitudini alimentari, lo stato di salute a partire da dati
sanitari (ricoveri, registri di malattie) e non da interviste, e isolanto nel
tempo coloro che avevano sviluppato una data malattia. Questi ultimi sono poi
stati raccolti in gruppi distinti per tipo di malattia, e i ricercatori hanno
analizzato i possibili fattori correlati con quest’ultima, traendo delle
conclusioni sui rapporti reciproci. Solo un rapporto che si confermi come statisticamente significativo viene preso in considerazione e il fattore correlato con la malattia viene classificato come
fattore di rischio, se aumenta nel tempo il rischio di sviluppare quella
malattia, o fattore protettivo, se lo riduce. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 10.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Questo
tipo di studi, che si chiamano prospettici proprio perché seguono nel tempo,
per molti anni, molti soggetti, hanno una elevata forza dell'evidenza (a
differenza di quelli trasversali): questo significa che i loro risultati sono
in grado di dare informazioni attendibili su quali dei fattori associati sono
legati da un rapporto di causa-effetto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 10.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-hansi-theme-font: major-latin;">E i </span><span style="color: #1a1718; font-family: Calibri; font-size: 10.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Times; mso-hansi-theme-font: major-latin;">dati
che derivano questi studi, condotti in più parti del mondo, evidenziano come,
grazie alla loro dieta, i vegetariani tendano ad avere una miglior sensibilità
all’insulina, ridotti tassi di tumore, diabete mellito di tipo 2, obesità,
ipertensione, morte e ospedalizzazione per cardiopatia ischemica, e sin
dall’età pediatrica un ridotto indice di massa corporea (BMI), rispetto ai
non-vegetariani. Sono inoltre stati condotti alcuni studi di intervento che
hanno dimostrato l’efficacia terapeutica delle diete vegetariane, a fronte di
una buona accettabilità, sulle malattie metaboliche e cardiovascolari. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: #1a1718; font-family: Calibri; font-size: 10.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Times; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Ma tutti questi dati hanno goduto in Italia della radice cubica
della risonanza di cui ha goduto questo nuovo studio, ammesso e non concesso
che ciò sia accaduto. Come mai? Ma soprattutto, come mai un altro studio a
firma degli stessi autori, pubblicato sempre nel mese di febbraio 2014 sulla
rivista Wiener Klinische Wochenschrift (pag. 113-118), e condotto sull’intero
campione di soggetti, non ha avuto alcuna menzione sulla stampa? Forse perché i
giornalisti non avevano i fondi per scaricarsi l’articolo, a pagamento? O forse
perché questo secondo studio porta a conclusioni che sono l’esatto contrario
del primo, riportando che una dieta vegetariana sarebbe associata con un
miglior stato di salute?</span><span style="font-family: Calibri; font-size: 10.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-hansi-theme-font: major-latin;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 10.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-hansi-theme-font: major-latin;">I
risultati di qualunque nuovo studio, condotto su un argomento per il quale è
già disponibile una vasta letteratura scientifica accreditata, devono venire
analizzati sulla base di quanto già certo. E se un nuovo studio arriva a
risultati differenti da quelli già ottenuti (situazione che si dice
"priva di consistenza") potrebbe guadagnare l'attenzione del mondo
scientifico e stimolare nuove ricerche sul campo, solo se esso è paragonabile,
come "forza dell’evidenza" agli altri studi con cui viene confrontato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 10.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Non è
questo il caso di questo nuovo studio, che per quanto sinora esposto nulla
aggiunge, nemmeno un minimo di dubbio, alla solida letteratura sulla migliore
salute dei vegetariani, che è l’unica certezza di questo assurdo contenzioso,
espressa anche dalle Linee Guida dietetiche USA, nel capitolo 5 (costruiamo
sani schemi alimentari), dove il pattern vegetariano viene classificato tra i 3
pattern dietetici sani, assieme alla dieta DASH e alla dieta mediterranea.<o:p></o:p></span></div>
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<!--EndFragment--><br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 10.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-hansi-theme-font: major-latin;">But,
think pink!!! L'altro verso della medaglia è davvero confortante, in fondo è il
vero trionfo di questa commovente e patetica storia: sbandierare i risultati di
questo studio sostenendo che "ribalta" quanto sinora noto,
rappresenta non uno choc, ma al contrario un endorsement nei
confronti della buona salute dei vegetariani, che ha potuto finalmente essere
menzionata solo per poter sostenere il contrario. Ma la buona salute del
vegetariani è invece, oltre che la premessa su cui si è innescata tutta la
retorica delle ultime settimane, una certezza, che non può essere messa in
discussione da questo "nuovo studio", che ha immotivatamente alimentato
le speranze di coloro che hanno interesse a nascondere la verità, affinché “nulla
cambi”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 10.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Luciana Baroni, MD</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 10.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana - SSNV</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 10.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-hansi-theme-font: major-latin;">www.scienzavegetariana.it</span><br />
<span style="font-family: Calibri; font-size: 10.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-hansi-theme-font: major-latin;"><br /></span>
<span style="font-family: Calibri;">REFERENZE UTILIZZATE</span><br />
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Dietetic Association. Craig WJ, Mangels AR. <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">Position of the American Dietetic Association: vegetarian diets.</span></span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Bookman Old Style"; mso-hansi-theme-font: major-latin;"> <span style="mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold;">J Am Diet Assoc.
2009;109: 1266-1282.</span></span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Verdana; mso-hansi-theme-font: major-latin;"><o:p></o:p></span><br />
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<span style="font-family: Calibri;">Barnard ND et al, Diabetes Care. 2006 Aug;29(8):1777-83.</span></div>
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<span style="color: #262626; font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Burkert NT</span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: major-latin;">, <span style="color: #262626;">Freidl W</span>,
<span style="color: #262626;">Großschädel F</span>, <span style="color: #262626;">Muckenhuber
J</span>, <span style="color: #262626;">Stronegger WJ</span>, <span style="color: #262626;">Rásky E</span>. <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">Nutrition and health: different forms of diet
and their relationship with various health parameters among Austrian adults. </span><span style="color: #262626;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Wien Klin
Wochenschr.</span> 2014 Feb;126(3-4):113-8. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 10.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="color: #262626; font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Burkert NT</span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: major-latin;">, <span style="color: #262626;">Muckenhuber
J</span>, <span style="color: #262626;">Großschädl F</span>, <span style="color: #262626;">Rásky E</span>, <span style="color: #262626;">Freidl W</span>.
<span style="mso-bidi-font-weight: bold;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Nutrition and health - the association between
eating behavior and various health parameters: a matched sample study. </span><span style="color: #262626;">PLoS One.</span> 2014 Feb 7;9(2):e88278.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 10.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Bookman Old Style"; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Craig WJ. Nutrition
concerns and health effects of vegetarian diets. Nutr Clin Pract. 2010
Dec;25(6):613-20.</span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Verdana; mso-hansi-theme-font: major-latin;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 10.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Bookman Old Style"; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Crowe FL, Appleby PN, Travis RC, Key TJ. </span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Risk of
hospitalization or death from ischemic heart disease among British vegetarians
and nonvegetarians: results from the EPIC-Oxford cohort study. </span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Bookman Old Style"; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Am
J Clin Nutr. 2013 Mar;97(3):597-603.</span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Verdana; mso-hansi-theme-font: major-latin;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 10.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Ferdowsian
HR, Barnard ND, Hoover VJ, Katcher HI, Levin SM, Green AA, Cohen JL.<span style="mso-bidi-font-weight: bold;"> A multicomponent intervention reduces body
weight and cardiovascular risk at a GEICO corporate site</span></span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Bookman Old Style"; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-theme-font: major-latin;">.
Am J Health Promotion. 2010;24:384-7.</span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Verdana; mso-hansi-theme-font: major-latin;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 10.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Bookman Old Style"; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Fraser GE. Vegetarian
diets: what do we know of their effects on common chronic diseases? AJCN 2009
May;89(5):1607S-1612S</span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Bookman Old Style"; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-theme-font: major-latin;">).</span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Verdana; mso-hansi-theme-font: major-latin;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 10.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Bookman Old Style"; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Key TJ, Appleby PN,
Rosell MS. Health effects of vegetarian and vegan diets. Proc Nutr Soc. 2006
Feb;65(1):35-41.</span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Verdana; mso-hansi-theme-font: major-latin;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 10.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Verdana; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Key
TJ, </span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Appleby PN,
Spencer EA, Travis RC, Roddam AW, Allen NE.<span style="mso-bidi-font-weight: bold;"> Cancer incidence in vegetarians: results from the European Prospective
Investigation into Cancer and Nutrition (EPIC-Oxford).</span></span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Verdana; mso-hansi-theme-font: major-latin;"> Am J Clin Nutr. 2009
May;89(5):1620S-1626S.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 10.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Key
TJ, Fraser GE, Thorogood M, Appleby PN, Beral V, Reeves G, Burr ML,
Chang-Claude J, Frentzel-Beyme R, Kuzma JW, Mann J, McPherson K.</span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Bookman Old Style"; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-theme-font: major-latin;">
Mortality in vegetarians and nonvegetarians: detailed findings from a
collaborative analysisof 5 prospective studies.<span style="mso-bidi-font-style: italic;"> Am J Clin Nutr. 1999 Sep;70(3 Suppl):516S-524S.</span></span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Verdana; mso-hansi-theme-font: major-latin;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 10.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Bookman Old Style"; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Sabaté J. Vegetarian Nutrition, CRC Press 2001.</span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Verdana; mso-hansi-theme-font: major-latin;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 10.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Verdana; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Tantamango-</span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Bartley Y, Jaceldo-Siegl K, Fan J,
Fraser G.<span style="mso-bidi-font-weight: bold;"> Vegetarian diets and the
incidence of cancer in a low-risk population</span></span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Verdana; mso-hansi-theme-font: major-latin;">. </span><span style="color: #262626; font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: major-latin;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Cancer Epidemiol Biomarkers Prev.</span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: major-latin;"> 2013 Feb;22(2):286-94.</span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Verdana; mso-hansi-theme-font: major-latin;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 10.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Bookman Old Style"; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Tonstad S, Stewart K, Oda K, Batech M, Herring RP,
Fraser GE. Vegetarian diets and incidence of diabetes in the Adventist Health
Study-2. </span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Nutr Metab
Cardiovasc Dis. 2013 Apr;23(4):292-9.</span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Bookman Old Style"; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-theme-font: major-latin;"> </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 10.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Bookman Old Style"; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Turner-McGrievy GM, </span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Barnard ND, Scialli AR.</span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Bookman Old Style"; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-theme-font: major-latin;">
</span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-theme-font: major-latin;">A two-year randomized weight loss trial comparing a vegan diet to a more
moderate low-fat diet.</span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Bookman Old Style"; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-theme-font: major-latin;"> Obesity 2007;15:2276-81.</span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Verdana; mso-hansi-theme-font: major-latin;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 10.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Bookman Old Style"; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-theme-font: major-latin;">USDA. Dietary Guidelines for Americans 2010: <span style="mso-bidi-font-style: italic;">Chapter 5: Building Healthy Eating Patterns.</span></span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Verdana; mso-hansi-theme-font: major-latin;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 10.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Bookman Old Style"; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Yokoyama Y, Nishimura K, Barnard ND, </span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Takegami M, Watanabe M, Sekikawa A,
Okamura T, Miyamoto Y</span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Bookman Old Style"; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-theme-font: major-latin;">. Vegetarian diets and blood pressure: a
meta-analysis. </span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: major-latin;">JAMA
Intern Med. 2014 Apr 1;174(4):577-87.</span><span style="font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Verdana; mso-hansi-theme-font: major-latin;"><o:p></o:p></span></div>
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<br /></div>
<!--EndFragment--></div>
</div>
dr. Luciana Baroni, MDhttp://www.blogger.com/profile/02548531141173440378noreply@blogger.com14tag:blogger.com,1999:blog-7350074642365442987.post-63827139327847753142013-09-21T17:07:00.002+02:002013-09-21T17:07:24.018+02:00I supercibi per la mente<br />
<div class="yiv1142835439MsoNormal" id="yui_3_7_2_1_1379768078807_133041" style="background-color: white; color: #454545; font-family: 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px; padding: 0px;">
Anche quest’anno il <b>Premio Empty Cages</b> viene consegnato a una personalità che si è particolarmente distinta per il suo contributo intellettuale e pratico volto a migliorare il rapporto tra umani e animali.</div>
<div class="yiv1142835439MsoNormal" id="yui_3_7_2_1_1379768078807_133043" style="background-color: white; color: #454545; font-family: 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px; padding: 0px;">
<br /></div>
<div class="yiv1142835439MsoNormal" id="yui_3_7_2_1_1379768078807_133046" style="background-color: white; color: #454545; font-family: 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px; padding: 0px;">
Il vincitore per il 2013, indicato da Melanie Joy, è il <b id="yui_3_7_2_1_1379768078807_133045">Prof. Neal D. Barnard</b>, ricercatore americano e promotore di una alimentazione sana e consapevole.</div>
<div class="yiv1142835439MsoNormal" id="yui_3_7_2_1_1379768078807_133048" style="background-color: white; color: #454545; font-family: 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px; padding: 0px;">
Il Prof. Barnard ha messo a punto un programma alimentare innovativo per proteggere il nostro cervello dalle malattie degenerative e per rafforzare la memoria. Di fatto, con alimenti esclusivamente vegetali.</div>
<div class="yiv1142835439MsoNormal" id="yui_3_7_2_1_1379768078807_133050" style="background-color: white; color: #454545; font-family: 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px; padding: 0px;">
<br /></div>
<div class="yiv1142835439MsoNormal" id="yui_3_7_2_1_1379768078807_133052" style="background-color: white; color: #454545; font-family: 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px; padding: 0px;">
La consegna del Premio avverrà <b id="yui_3_7_2_1_1379768078807_133102">sabato 5 ottobre</b> alle <b>ore 18,30</b> presso la <b>Sala Commissione</b> di <b>Palazzo Marino</b> (Piazza della Scala 2, Milano) alla presenza di <b id="yui_3_7_2_1_1379768078807_133097">Valerio Pocar</b>, garante per la Tutela degli Animali del Comune di Milano<b> </b>e di<b> Chiara Bisconti</b>, Assessora al benessere, qualità della vita, sport e tempo libero, risorse umane, tutela degli animali, verde e arredo urbano.</div>
<div class="yiv1142835439MsoNormal" id="yui_3_7_2_1_1379768078807_133054" style="background-color: white; color: #454545; font-family: 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px; padding: 0px;">
<br /></div>
<div class="yiv1142835439MsoNormal" id="yui_3_7_2_1_1379768078807_133093" style="background-color: white; color: #454545; font-family: 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px; padding: 0px;">
<b id="yui_3_7_2_1_1379768078807_133095">Luciana Baroni</b>, geriatra, neurologa e nutrizionista, introdurrà l’autore in videoconferenza da Washington e presenterà il volume di Barnard, <b id="yui_3_7_2_1_1379768078807_133092">I super cibi per la mente</b> (Ed. Sonda).</div>
<div class="yiv1142835439MsoNormal" id="yui_3_7_2_1_1379768078807_133090" style="background-color: white; color: #454545; font-family: 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px; padding: 0px;">
<br /></div>
<div class="yiv1142835439MsoNormal" id="yui_3_7_2_1_1379768078807_133056" style="background-color: white; color: #454545; font-family: 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px; padding: 0px;">
La conferenza è gratuita e aperta al pubblico. Vi aspettiamo numerosi.</div>
dr. Luciana Baroni, MDhttp://www.blogger.com/profile/02548531141173440378noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-7350074642365442987.post-54495509617077631832013-05-10T20:06:00.001+02:002013-05-10T20:06:17.688+02:00Cuore sano = Cuore vegano<br />
<span style="background-color: white; color: #454545; font-family: verdana, helvetica, sans-serif; font-size: 16px;">Un'altra sostanza contenuta nei cibi animali (compresi latticini e uova) aumenta il rischio cardiovascolare nell'uomo.</span><br />
<br style="background-color: white; color: #454545; font-family: verdana, helvetica, sans-serif; font-size: 16px;" />
<span style="background-color: white; color: #454545; font-family: verdana, helvetica, sans-serif; font-size: 16px;">[ Link notizia: </span><a href="http://www.scienzavegetariana.it/news_dett.php?id=1376" id="yui_3_7_2_1_1368208884086_2115" style="background-color: white; color: #2862c5; font-family: verdana, helvetica, sans-serif; font-size: 16px; outline: 0px;" target="_blank">http://www.scienzavegetariana.it/news_dett.php?id=1376 </a><span style="background-color: white; color: #454545; font-family: verdana, helvetica, sans-serif; font-size: 16px;">]</span><br />
<br style="background-color: white; color: #454545; font-family: verdana, helvetica, sans-serif; font-size: 16px;" />
<span style="background-color: white; color: #454545; font-family: verdana, helvetica, sans-serif; font-size: 16px;">Dopo lo studio che abbiamo recentemente segnalato (vedi Cuore sano = cuore vegetariano), che dimostrava come la trasformazione della carnitina da parte dei batteri intestinali è in grado di produrre una sostanza, la TMAO (trimethylamine-N-oxide), che aumenta il rischio cardiovascolare nell'uomo, ecco che un nuovo studio identifica un analogo effetto anche da parte della colina (fosfatidilcolina o lecitina).</span><br />
<br style="background-color: white; color: #454545; font-family: verdana, helvetica, sans-serif; font-size: 16px;" />
<span style="background-color: white; color: #454545; font-family: verdana, helvetica, sans-serif; font-size: 16px;">Se infatti la carnitina è presente solo nelle carni ma non nei cibi animali indiretti come latticini e uova, la colina invece è una sostanza presente in tutti i cibi animali, ed è in particolare molto abbondante nell'uovo.</span><br />
<br style="background-color: white; color: #454545; font-family: verdana, helvetica, sans-serif; font-size: 16px;" />
<span style="background-color: white; color: #454545; font-family: verdana, helvetica, sans-serif; font-size: 16px;">Anche la sua trasformazione nell'intestino umano ad opera dei batteri intestinali, analogamente alla carnitina, è responsabile di abbondante produzione di TMAO, sostanza che aumenta il rischio di infarto, ictus e morte.</span><br />
<br style="background-color: white; color: #454545; font-family: verdana, helvetica, sans-serif; font-size: 16px;" />
<span style="background-color: white; color: #454545; font-family: verdana, helvetica, sans-serif; font-size: 16px;">In questo nuovo studio pubblicato nell'aprile 2013 sulla prestigiosa rivista scientifica New England Journal of Medicine, i ricercatori hanno esaminato 4007 soggetti e hanno evidenziato come coloro che presentavano i livelli plasmatici più elevati di TMAO presentavano un rischio di eventi cardiovascolari superiore di 2,5 volte rispetto ai soggetti che presentavano i livelli più bassi.</span><br />
<br style="background-color: white; color: #454545; font-family: verdana, helvetica, sans-serif; font-size: 16px;" />
<span style="background-color: white; color: #454545; font-family: verdana, helvetica, sans-serif; font-size: 16px;">Una dieta vegana, basata su cereali, legumi, verdura, frutta fresca e frutta secca oleaginosa è quindi in grado di abbattere le assunzioni di colina, oltre che di carnitina, fornendo una protezione aggiuntiva nei confronti delle malattie cardiovascolari rispetto a quella già conferita dalla sua abbondanza di fibre, dalla ridotta presenza di grassi saturi e dall'assenza di colesterolo.</span><br />
<br style="background-color: white; color: #454545; font-family: verdana, helvetica, sans-serif; font-size: 16px;" />
<span style="background-color: white; color: #454545; font-family: verdana, helvetica, sans-serif; font-size: 16px;">Stanno quindi affiorando altri tasselli che possono spiegare perché la dieta vegetariana riduca il rischio di malattie cardiovascolari in maggior misura (32%) di quanto possa essere stimato se si considera solamente il suo effetto favorevole sui livelli di pressione arteriosa e di colesterolo (24%).</span><br />
<br style="background-color: white; color: #454545; font-family: verdana, helvetica, sans-serif; font-size: 16px;" />
<span style="background-color: white; color: #454545; font-family: verdana, helvetica, sans-serif; font-size: 16px;">Fonte:</span><br />
<br style="background-color: white; color: #454545; font-family: verdana, helvetica, sans-serif; font-size: 16px;" />
<span style="background-color: white; color: #454545; font-family: verdana, helvetica, sans-serif; font-size: 16px;">Tang WH, Wang Z, Levison BS, Koeth RA, Britt EB, Fu X, Wu Y, Hazen SL., "Intestinal microbial metabolism of phosphatidylcholine and cardiovascular risk.", N Engl J Med. 2013 Apr 25;368(17):1575-84. doi: 10.1056/NEJMoa1109400. </span><br />
<a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23614584" style="background-color: white; color: #2862c5; font-family: verdana, helvetica, sans-serif; font-size: 16px; outline: 0px;" target="_blank">http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23614584</a><br />
<div>
<br /></div>
dr. Luciana Baroni, MDhttp://www.blogger.com/profile/02548531141173440378noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-7350074642365442987.post-85588815726664907922013-05-10T20:04:00.001+02:002013-05-10T20:04:51.093+02:00Cuore sano = cuore vegetariano<br />
<h2 style="color: #27004f; font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 16pt; text-align: center;">
<span style="font-size: 13px;">Nuova scoperta sulla relazione tra consumo di carne e aterosclerosi.</span></h2>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
</div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
Un nuovo studio condotto dai ricercatori della Cleveland Clinic's Heart and Vascular Institute ha sottoposto a indagini cardiologiche un gruppo di 2595 pazienti, suddivisi in tre gruppi (onnivori, latto-ovo-vegetariani e vegani), e ne ha valutato i livelli di carnitina, di TMAO (trimethylamine-N-oxide) e il rischio cardiovascolare.</div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
Lo studio ha evidenziato come nei soggetti che presentano più elevati livelli di TMAO, livelli plasmatici più elevati di carnitina risultino associati con un maggior rischio di cardiopatia, infarto, ictus cerebrale e morte.</div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
La carnitina è una sostanza che si trova nel muscolo e interviene nell'utilizzo dell'energia da parte del muscolo stesso. Oltre ad essere presente nelle carni (=muscolo animale) è ampiamente utilizzata dagli sportivi come integratore e viene persino aggiunta ad alcune bevande “energizzanti”.</div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
La TMAO è un prodotto che deriva dalla trasformazione della carnitina stessa ad opera dei batteri intestinali, e che potrebbe favorire l'aterosclerosi, cioè la comparsa di ispessimento e indurimento delle arterie. I livelli di TMAO sono quindi determinati dal tipo di flora batterica intestinale.</div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
La flora intestinale degli onnivori, che assumono le maggiori quantità di carnitina, produce anche più elevate quantità di TMAO, e questa combinazione potrebbe essere responsabile per loro un maggior rischio cardiovascolare. Per contro, la produzione di TMAO da parte della flora batterica intestinale dei vegetariani (latto-ovo e vegani) risulta essere molto più bassa.</div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
La carnitina è infatti virtualmente assente nelle diete vegetariane (sia latto-ovo che vegane), e i vegetariani che non utilizzino fonti artificiali di carnitina di fatto non la assumono con la dieta, cosicché essa non arriva all'intestino producendo metaboliti dannosi. L'organismo umano è in grado di produrre da solo la carnitina che gli serve, nella quantità adeguata, a partire anche da fonti vegetali, quindi essa non è una sostanza essenziale nell'alimentazione. Questo studio ha mostrato che non solo non è necessaria, ma anzi, maggiori sono le quantità assunte, maggiore è il rischio cardiovascolare.</div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
Ecco quindi che, oltre al legame ormai ben accertato tra grassi animali (cioè grassi saturi e colesterolo) e malattie cardiovascolari, emerge la possibilità che altri composti contenuti nelle carni, come la carnitina e i suoi prodotti di trasformazione, aumentino il rischio di malattie legate all'aterosclerosi in chi mangia carne. Questo può contribuire a spiegare i ben dimostrati benefici cardiovascolari delle diete che escludono la carne, cioè le diete vegetariane.</div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
http://www.scienzavegetariana.it/news_dett.php?id=1367</div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
<strong>Fonte: </strong><br />Koeth RA, Wang Z, Levison BS, et al. <a href="http://www.nature.com/nm/journal/vaop/ncurrent/full/nm.3145.html" style="color: purple;" target="_blank">Intestinal microbiota metabolism of L-carnitine, a nutrient in red meat, promotes atherosclerosis</a>. Nat Med. Published online April 7, 2013.</div>
dr. Luciana Baroni, MDhttp://www.blogger.com/profile/02548531141173440378noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7350074642365442987.post-28967403641101990572013-04-12T22:17:00.000+02:002013-04-12T22:17:24.837+02:00Quanti animali uccidono gli onnivori piu' dei vegetariani?<br />
<br />
<h2 style="color: #27004f; font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 16pt; text-align: center;">
<span style="font-size: 13px;">Secondo capitolo della saga "Lo stolto, il dito e la dieta vegetariana".</span></h2>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
</div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana, reduce dal Congresso Internazionale di Nutrizione Vegetariana (Loma Linda, California, 24-26 febbraio 2013), dove ha presentato i risultati preliminari delle proprie ricerche sull'impatto ambientale e sociale delle scelte alimentari, condotte in collaborazione con il NEIC (Centro Internazionale di Ecologia della Nurizione), intende far chiarezza sui contenuti di alcuni recenti articoli apparsi su giornali e riviste.</div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
Si tratta dell'ennesima "good news" che vorrebbe securizzare gli onnivori sulla bontà della propria scelta alimentare. Dopo il fallimento del tentativo di convincere l'opinione pubblica che una dieta onnivora sia più favorevole alla salute di una dieta vegetariana, ora si fa leva sull'aspetto etico, arrivando a sostenere che, rispetto a quella vegetariana, la scelta onnivora risulterebbe addirittura più rispettosa della vita animale.</div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
Nello specifico, è stata data ampia risonanza allo studio del Prof. Mike Archer, paleontologo australiano, il quale vorrebbe dimostrare che l'alimentazione vegetariana uccide più animali rispetto a quella onnivora, dimostrando invece solo la propria abissale incompetenza nel campo dell'ecologia della nutrizione.</div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
Secondo lo studio di Archer, gli animali allevati per produrre cibo per gli umani pascolerebbero liberi e felici in terreni paradisiaci, senza procurare danni all'ecosistema. Invece coltivare la terra per ottenere cibo vegetale per diretto consumo umano ucciderebbe piccoli mammiferi e insetti in misura molto maggiore, circa 25 volte di più del numero di animali uccisi dagli onnivori per farne cibo.</div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
Questa teoria è palesemente assurda e possiamo sintetizzarne la ragione nella frase: "gli animali allevati per produrre cibo per l'uomo non vivono d'aria" (né di scarti come Archer vorrebbe far credere).</div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
Infatti, la stragrande maggioranza degli animali allevati non è nutrita con erba, né con scarti, ma con vegetali appositamente coltivati. Nei vari articoli esultanti per il risparmio di vite ottenuto macellando animali di ogni specie (!) non si tiene conto - per disonestà intellettuale o acritica ignoranza - del cosiddetto "indice di conversione", presentato in ogni manuale di zootecnia: un animale allevato, per aumentare di un kg di peso corporeo, deve mangiare mediamente 15 kg di cibo vegetale, che è coltivato appositamente. Se la coltivazione di cibo vegetale comporta l'uccisione di insetti e piccoli mammiferi, queste morti vanno messe in conto anche a chi mangia cibi animali, moltiplicate per 15 rispetto a quelle causate da chi si nutre direttamente di vegetali.</div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
Inoltre, non esistono quasi più terreni liberi da adibire a pascolo, ormai sono stati consumati tutti, si sta disboscando la foresta amazzonica per ottenere pascoli, e dopo pochi anni ogni terreno sfruttato dal pascolo si desertifica. Questo comporta l'ulteriore uccisione di un enorme numero di animali selvatici.</div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
Quindi, chi si nutre di carne è responsabile di molte più morti (almeno 15 volte tante) rispetto a chi si nutre direttamente di vegetali, anche contando solo gli animali selvatici accidentalmente uccisi durante la coltivazione. Naturalmente, a queste morti vanno aggiunte quelle dei miliardi di animali macellati in tutto il mondo per diventare cibo.</div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
Ma non basta.</div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
Oltre al numero di animali uccisi per la coltivazione di mangimi o per il disboscamento per la creazione di pascoli, occorre contare anche la distruzione dell'ambiente naturale causata dalla coltivazione di così tanti vegetali necessari per ingrassare gli animali. Questo fenomeno ha un importante peso sociale, in quanto è responsabile della malnutrizione di alcune popolazioni del nostro pianeta.</div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
Uno dei principali studi al mondo, condotto dall'United Nation Environmental Programme della FAO, pone gli allevamenti di animali, la produzione di carne e la produzione di latticini al primo posto tra le attività inquinanti e ad alto impatto ambientale.</div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica;">
<strong>Conclusione</strong></div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica;">
<strong><br /></strong></div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
Il passaggio verso un'alimentazione a base vegetale porta, come conseguenza ovvia, non solo una enorme diminuzione del numero di animali uccisi direttamente o indirettamente a scopi alimentari, ma vari benefici all'ecosistema come le diminuzioni dei gas serra, dei consumi energetici, dei consumi di acqua e di terreni.</div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
L'alimentazione 100% vegetale è quella che crea meno danni in assoluto; quella onnivora, con consumo di carne, pesce, latticini e uova a ogni pasto - come oggi considerato "normale" -, è quella che crea maggior distruzione e morte.</div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
Possiamo pertanto annoverare anche questa notizia nella saga delle assurdità che abbiamo voluto intitolare "Lo stolto, il dito e la dieta vegetariana" e che ci auguriamo possa con essa dichiararsi conclusa.</div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
<em>La Redazione di Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana - SSNV</em></div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
<em><br /></em></div>
<div style="font-family: Tahoma, 'Comic Sans MS', Arial, Helvetica; font-size: 13px;">
<span style="font-family: Times; font-size: small;">http://www.scienzavegetariana.it/news_dett.php?id=1366</span></div>
<br />
dr. Luciana Baroni, MDhttp://www.blogger.com/profile/02548531141173440378noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-7350074642365442987.post-74415477604635777702013-03-31T18:20:00.000+02:002013-03-31T18:20:00.268+02:00Dr. Ellsworth Wareham<span style="background-color: white; color: grey; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 14px; text-align: left;"> Chirurgo cardiotoracico di 98 anni, vegan. </span><br />
<span style="background-color: white; color: grey; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 14px; text-align: left;">Un fulgido esempio di come si possa invecchiare sani e con la mente perfettamente funzionante!</span><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5hsRPbhWABy73Uh8PwC7AqfYSadtS0GYzv_JRHEpeYBux8H-8kt9yqW0JpFptMRw8ZnxERJhcSwQwM73m0MDvx6h5V83bU_bBr1hubmXCRXggZQUHHhT9cjuA2iIcDcqxROGVE17xFao/s1600/DR_wareham.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5hsRPbhWABy73Uh8PwC7AqfYSadtS0GYzv_JRHEpeYBux8H-8kt9yqW0JpFptMRw8ZnxERJhcSwQwM73m0MDvx6h5V83bU_bBr1hubmXCRXggZQUHHhT9cjuA2iIcDcqxROGVE17xFao/s320/DR_wareham.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px;">
<span style="background-color: white; color: grey; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 14px; text-align: left;">Dr. Ellsworth Wareham </span><br style="background-color: white; color: grey; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 14px; text-align: left;" /><span style="background-color: white; color: grey; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 14px; text-align: left;">Watch this Veggie Channel VIDEO, interview of Massimo Leopardi:</span><br style="background-color: white; color: grey; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 14px; text-align: left;" /><a href="http://veggiechannel.com/IT/3/e32bdfc4-28d7-420a-938d-d6395ebdfb92/Dr_Ellsworth_Wareham_-_98_years_old_vegan.aspx" rel="nofollow nofollow" style="background-color: white; color: #3b5998; cursor: pointer; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 14px; text-align: left; text-decoration: none;" target="_blank">http://veggiechannel.com/IT/3/<wbr></wbr><span class="word_break" style="display: inline-block;"></span>e32bdfc4-28d7-420a-938d-d6395eb<wbr></wbr><span class="word_break" style="display: inline-block;"></span>dfb92/<wbr></wbr><span class="word_break" style="display: inline-block;"></span>Dr_Ellsworth_Wareham_-_98_years<wbr></wbr><span class="word_break" style="display: inline-block;"></span>_old_vegan.aspx</a></div>
dr. Luciana Baroni, MDhttp://www.blogger.com/profile/02548531141173440378noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7350074642365442987.post-25046017817363968242013-02-09T21:44:00.001+01:002013-02-09T21:44:49.599+01:00VegPyramid Junior - Dott.ssa Luciana Baroni<br />
<div style="font-family: Helvetica;">
<div>
<br /></div>
</div>
<div style="font-family: Helvetica;">
<span style="background-color: white;"><span style="color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; text-align: justify;">Conferenza della </span><strong style="color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; text-align: justify;">Dott.ssa Luciana Baroni</strong><span style="color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; text-align: justify;">: "</span><em style="color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; text-align: justify;">La dieta vegetariana per grandi e piccini</em><span style="color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; text-align: justify;">".</span></span><div style="color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><br /><a href="http://www.veggiechannel.com/IT/3/15e4ff44-fc48-4c47-9e09-5b0e9db4e110/VegPyramid_Junior_-_Dottssa_Luciana_Baroni.aspx" target="_blank">http://www.veggiechannel.com/IT/3/15e4ff44-fc48-4c47-9e09-5b0e9db4e110/VegPyramid_Junior_-_Dottssa_Luciana_Baroni.aspx</a></span></div>
<div style="color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><em><br /></em></span></div>
<div style="color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;">"<em>Già dal 2005 era stata emessa una raccomandazione che prendeva il nome di<strong>VegPyramid</strong> per aiutare i vegetariani a </em><em>seguire una dieta a base vegetale ben bilanciata ed inattaccabile sotto ogni punto di vista. Questi consigli però non erano riferibili anche a bambini avendo i più piccini dei bisogni nutrizionali differenti da quelli degli adulti. Queste differenze poi esistono tra età pediatriche diverse, ad ogni età corrispondono dei criteri diversi e che occorre conoscere bene</em>".</span></div>
<div style="color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><br />In questa conferenza la <strong>Dott.ssa Luciana Baroni</strong>, presidente della <strong>Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana SSNV</strong>, presenta il libro "<strong><em>VegPyramid Junior</em></strong>". Scritto insieme a <strong>Leonardo Pinelli</strong> e a <strong>Ilaria Fasan</strong>, ha come tema l'alimentazione e la cucina a base vegetale. In particolare tratta dell'Alimentazione del Bambino. Realizzato da Sonda Edizioni e pubblicato nel mese di Settembre 2012.<br /><br />Ecco le parole di <strong>Vesanto Melina</strong>, nutrizionista di fama internazionale: "<em>E' importante essere vegan in questa fase in cui conosciamo finalmente gli effetti devastanti del cibo animale sulla salute e sul pianeta, ed è importante arrivare quanto prima a conoscere le caratteristiche e gli effetti di una corretta alimentazione: se non lo avete fatto prima, fatelo almeno ora che avete un bimbo da crescere. VegPyramid Junior potrà venirvi efficacemente in aiuto!</em>"<br /><br />Video realizzato dalla Web-tv Veggie Channel.</span></div>
</div>
dr. Luciana Baroni, MDhttp://www.blogger.com/profile/02548531141173440378noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7350074642365442987.post-55458308403139353912013-01-27T22:49:00.000+01:002013-01-27T22:49:17.266+01:00VegPyramid su Il Cambiamento!<br />
<br />
<br />
<a href="http://www.ilcambiamento.it/recensioni/vegpyramid_dieta_vegetariana_italiani.html" target="_blank">http://www.ilcambiamento.it/recensioni/vegpyramid_dieta_vegetariana_italiani.html </a>dr. Luciana Baroni, MDhttp://www.blogger.com/profile/02548531141173440378noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7350074642365442987.post-82671565315341696732012-11-10T23:41:00.000+01:002012-11-10T23:41:53.739+01:00VegPyramid Junior
<h3>LA DIETA VEGETARIANA PER I BAMBINI E GLI ADOLESCENTI</h3>
<br><br>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6w0oCdUcfP_BZieVk-ZpovXfoCG91GKrAFBEurLqqrvo-KKiy38cnUYw0SSA0dY2BbagswOdYI_iaOZp65OOt_I9ffgCmFYORooAtxRnGV4uHWHtlqOmwq9dY0fwzKWH225dWKH8dcI0/s1600/VegPyramidJunior.jpg" imageanchor="1" style="margin-left:1em; margin-right:1em"><img border="0" height="400" width="249" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6w0oCdUcfP_BZieVk-ZpovXfoCG91GKrAFBEurLqqrvo-KKiy38cnUYw0SSA0dY2BbagswOdYI_iaOZp65OOt_I9ffgCmFYORooAtxRnGV4uHWHtlqOmwq9dY0fwzKWH225dWKH8dcI0/s400/VegPyramidJunior.jpg" /></a></div>
<br><br>
<p>Una guida adatta a tutta la famiglia che illustra i benefici di una dieta vegetariana fin dall’età pediatrica.<br>
<p>Tabelle nutrizionali e menu giornalieri ci offrono preziosi consigli per insegnarci a pianificare una alimentazione equilibrata a seconda delle fasce di età, da 1 a 18 anni.<br>
<p>Uno stile di vita che ha effetti favorevoli sulla salute e la longevità, e fornisce tutti i nutrienti necessari.<br>
<p>Le Linee Guida della VegPyramid sono ormai un sistema "collaudato" da tutti coloro che lo hanno utilizzato: con le loro indicazioni, rendono semplice la realizzazione di un menu a base vegetale per una salute perfetta, oltre che gustoso. Benché funzionino benissimo nell'adulto, non sono tuttavia applicabili all'età pediatrica, dal momento che le richieste nutrizionali di questa fase della vita sono differenti non solo da quelle dell'adulto, ma anche a seconda delle varie fasce d'età.<br>
<p>VegPyramid Junior colma questa lacuna accompagnando i genitori nel percorso alimentare dei figli, permettendo loro di creare una sintonia/sinergia con il pediatra di fiducia. Con le informazioni nutrizionali sugli alimenti e i gruppi di nutrienti fondamentali, le indicazioni sulle principali patologie causate dalla "normale" alimentazione a base di cibi animali, l'analisi dei bisogni e fabbisogni energetici delle diverse fasce d'età, le indicazioni per i menu delle mense scolastiche e suddivisi a seconda dell'apporto calorico.<br>
dr. Luciana Baroni, MDhttp://www.blogger.com/profile/02548531141173440378noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-7350074642365442987.post-8290925132607581112012-07-29T19:09:00.001+02:002012-07-29T19:09:15.245+02:00 La FAO si allea con l'industria zootecnica | 28/07/2012 Gli allevatori e la FAO cercano di far credere che gli allevamenti non siano poi così dannosi per l'ambiente.
<br/>E' stato annunciato questo mese, luglio 2012, l'ultimo progetto della
FAO per sostenere il consumo di carne: la creazione di una partnership
con gli allevatori, <a href="http://www.fao.org/news/story/en/item/150555/icode/" target="_blank">chiamata "Livestock Partnership"</a>,
per "migliorare le prestazioni ambientali del settore zootecnico", e
fare da "guida" nelle valutazioni di impatto ambientale e loro
conseguenti applicazioni.
<br /><br />
Dietro queste parole si nasconde in realtà il tentativo di difendere gli
interessi economici dell'industria zootecnica. Infatti, essendo ormai
noti a tutti i dati scientifici che individuano nel settore
dell'allevamento uno dei maggiori (se non IL maggiore) responsabili
dell'impatto ambientale in generale e dell'emissione di gas serra in
particolare, la FAO intende difendere la zootecnia fornendo ai
consumatori e alle istituzioni dei dati NON determinati da esperti di
impatto ambientale super-partes, ma dalla Livestock Partenership,
formata sostanzialmente da industrie zootecniche e da organismi che le
rappresentano o sono ad esse vicine.
<br /><br />
Tra i membri fondatori di questa partenership troviamo infatti:
il Segretariato Internazionale della Carne, la Federazione
Internazionale dei Prodotti Lattiero-caseari, la Commissione
Internazionale sulla Uova, il Consiglio Internazionale sul Pollame, i
governi di Francia, Irlanda, Paesi Bassi e Nuova Zelanda (quattro tra i
maggiori produttori di carne) e, in un maldestro tentativo di far vedere
che anche la parte "ambientalista" è rappresentata, troviamo anche il
WWF, associazione che non ha mai preso il minimo impegno per far
diminuire i consumi di carne, unico vero modo per ridurre l'impatto
della produzione di cibo animale. Anzi, il vicepresidente del WWF, Jason
Clay presiede la "tavola rotonda per il manzo sostenibile", una
contraddizione in termini.
<br /><br />
Riportiamo a commento di questa notizia un articolo di Robert Goodland,
per anni consulente della Banca Mondiale, che spiega come l'unica vera
possibilità di far diminuire l'impatto ambientale degli allevamenti sia
quella di diminuire il più possibile gli allevamenti stessi, e come
l'unica speranza per contrastare in tempi brevi il riscaldamento globale
sia di spostare la nostra alimentazione verso una dieta a base
vegetale. E per far questo non servono i governi, non servono leggi, non
servono infrastrutture, non serve aspettare anni: basta cambiare quello
che mettiamo nel carrello della spesa, fin da subito.
<br />
<br /><strong>
Riscaldamento globale e collusione tra l'industria zootenica e la FAO
<br />
<br />di Robert Goodland
</strong>
<br /><br />
Lo scorso anno è stato il più caldo mai registrato negli Stati Uniti,
con temperature record in tutto il paese la settimana scorsa, che hanno
provocato almeno 52 morti e causato problemi anche agli animali
d'allevamento. In effetti, gli animali d'allevamento non solo subiscono
danni dal riscaldamento globale, ma l'allevamento stesso causa circa il
18% dell'emissione globale di gas serra, secondo il reporti "La lunga
ombra del bestiame", emesso nel 2006 dagli specialisti in zootecnia
della FAO (i quali di solito promuovo gli allevamenti stessi).
<br /><br />
Al contrario, gli specialisti in questioni ambientali impiegati da altre
due agenzie delle Nazioni Unite, la Banca Mondiale e l'International
Finance Corporation, hanno sviluppato una valutazione, ampiamente
citata, dalla quale appare che almeno il 51% dei gas serra causati
dalle attività umane è attribuibile al bestiame. Io sono uno di questi
specialisti.
<br /><br />
Ci si potrebbe aspettare che la FAO lavori oggettivamente per
determinare se la cifra reale sia più vicina al 18% o al 51%. Al
contrario, Frank Mitloehner, noto per la sua affermazione che il 18% sia
una stima troppo alta da utilizzare negli Stati Uniti, la scorsa
settimana è stato nominato direttore di una nuova partnership tra
l'industria della carne e la FAO, la Livestock Partnership.
<br /><br />
I nuovi partner della FAO includono il Segretariato Internazionale della
Carne e la Federazione Internazionale dei Prodotti Lattiero-caseari. Il
loro obiettivo dichiarato è quello di "valutare le prestazioni
ambientali del settore zootecnico" e "migliorare tali prestazioni",
partendo con un programma triennale per stabilire "metodi e linee
guida".
<br /><br />
Eppure, secondo il Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici
delle Nazioni Unite (IPCC) e l' Agenzia Internazionale per l'Energia,
entro cinque anni il livello di gas serra potrebbe aumentare a livelli
catastrofici e irreversibili se non si fa nulla per cambiare le cose.
<br /><br />
La nuova partnership assume che la produzione di carne nel mondo
diventerà "più del doppio" dal 1999 al 2050.
Ma l'International Food Policy Research Institute ha illustrato uno
scenario in cui la produzione di carne diminuirà almeno fino al 2030.
Alcune autorità sul tema dei cambiamenti climatici come Lord Nicholas
Stern, autore dello Stern Review sull'economia del cambiamento
climatico, e Rajendra Pachauri, presidente dell'IPCC, hanno raccomandato
l'alimentazione vegetariane per invertire il corso dei cambiamenti
climatici.
<br /><br />
La nuova partnership della FAO non è proprio una sorpresa, dato che i
suoi specialisti in zootecnia si sono impegnati in vari modi per
invertire la percezione comune che il report "La lunga ombra del
bestiame" consigliasse di diminuire il consumo di carne. Ad esempio, il
suo autore principale e co-autore, ha scritto in seguito altri articoli
per invitare a un aumento degli allevamenti intensivi, non a una
diminuzione, e ha indicato che non si devono porre limiti al consumo si
carne.
<br /><br />
Eppure, "La lunga ombra del bestiame" può non essere approvato in modo
uniforme da tutta la FAO, dato che la FAO ha invitato Jeff Anhang e me a
presentare la nostra analisi prima al loro quartier generale a Roma e
poi a Berlino.
<br /><br />
Lo scopo fondamentale della FAO è di "promuovere il benessere comune" in
un "forum neutrale". Tuttavia, la nuova partnership della FAO include
solo quattro paesi ricchi e nessun paese povero. L'ex direttore generale
della International Livestock Research Institute (ILRI), che promuove
normalmente la zootecnia, ha espresso preoccupazione per gli effetti
degli allevamenti intensivi sulle popolazioni povere - dicendo che gli
animali degli allevamenti intensivi vengono nutriti coi cereali "che
invece potrebbero nutrire le persone".
<br /><br />
L'allevamento industriale è stato criticato anche da un co-autore di "La
lunga ombra del bestiame", Cornelius De Haan, quando ricopriva il ruolo
di autore principale del report sul settore zootecnico della Banca
Mondiale, nel 2001. Tale report fissava l'impatto negativo degli
allevamenti a un livello inferiore rispetto al dossier "La lunga ombra
del bestiame" - eppure la strategia della Banca Mondiale raccomanda che
le istituzioni "evitino di finanziare sistemi dall'allevamento
commerciali su larga scala basati sul consumo di cereali e la produzione
industriale di latte, carne di maiale e pollame".
<br /><br />
Al contrario, l'obiettivo dichiarato di Frank Mitloehner, presidente
della nuova partnership della FAO, è quello di promuovere l'allevamento
intensivo.
<br /><br />
Una nuovo rapporto dell'ILRI conclude che "il bestiame è di nuovo
nell'agenda globale" e che un aumento della produttività deve provenire
da sistemi "intensificati". Un vide rivela la pressione sui ricercatori
per ottenere il sostegno alle conclsuioni predeterminate dall'ILRI; nel
<a href="http://blip.tv/ilrivideo/jimmy-strategy-6217792" target="_blank">video</a>,
il nuovo direttore generale afferma: "Come possiamo aumentare
l'importanza della zootecnia? [...] Nel passato, non siamo stati
abbastanza attenti alla questione dei consumi nelle aree urbane. [...]
Una buona parte delle critiche negative alla zootecnia riguardano il suo
contributo all'emissione di gas serra e la sua impronta ecologica molto
alta - quindi dobbiamo sviluppare risposte più forti a queste sfide".
<br /><br />
Le evidenze mostrano che l'ILRI può temere l'accettazione pubblica della
nostra valutazione, ampiamente citata, che dimostra che l'allevamento è
responsabile di almeno il 51% delle emissioni di gas serra causate
dall'uomo.
L'ILRI era così preoccupato dell'accetazione di questo valore del 51% da
sollevare la questione nel suo meeting annuale del 2010 prima, durante e
dopo il meeting: ne è risultato che la percentuale di partecipanti che
accettava tale risultato è aumentata dall'1,5% prima del meeting al 7,5%
dopo.
<br /><br />
Il report "La lunga ombra del bestiame" ha sottovalutato di molto la
quantità di terreno usata per l'allevamento e la produzione di mangimi,
stimandola a un 30% del totale delle terre emerse, mentre l'IRLI porta
questa stima al 45%. Altre mancanze del dossier FAO possono essere
dovute al fatto che i suoi autori sono specialisti in zootenica - mentre
le buone pratiche internazionali per la valutazione dell'impatto
ambientale indicano che i progetti che implicano impatti ambientali
significativi (com'è appunto il caso dell'allevamento e coltivazione di
mangimi) devono essere valutati da specialisti sull'impatto ambientale.
<br /><br />
Il fattore chiave che spiega la differenza tra i due valori, 18% e 51%,
sta nel fatto che il secondo tiene conto di come la crescita
esponenziale nella produzone zootecnica (che ad oggi conta oltre 60
miliardi di animali allevati ogni anno), accompagnata dalla
deforestazione su larga scala e dagli incendi delle foreste, abbia
causato una drammatica diminuzione della capacità fotosintetica della
Terra, assieme a un aumento sempre maggiore della volatilizzazione del
carbonio del suolo.
<br /><br />
L'agricoltura è un'attività che per sua natura avviene all'aria aperta, e
questo la espone a un maggior rischio alle emeissioni di gas serra
dovute all'allevamento, più di qualsiasi altro settore dell'industria.
Quindi i leader dell'industria alimentare hanno un forte incentivo
commerciale a ridurre queste emissioni.
<br /><br />
Mentre la FAO e l'ILRI sostengono che milioni di poveri non hanno altra
alternativa all'allevamento di animali per la propria sussistenza,
decine di milioni di animali allevati da queste persone sono morti negli
ultimi anni a causa di disastri climatici. Continuare ad allevare altri
animali li metterebbe a rischio di fare la stessa fine.
<br /><br />
Invece, sostituire almeno un quarto dei prodotti animali consumati oggi
con alternative migliori a base vegetale ridurebbe le emissioni e
consentirebbe alle foreste di rinnovarsi su vaste aree, ed esse
potrebbero assorbire gli eccessi di carbonio in atmosfera e ridurli a un
livello di sicurezza. Questo può essere il solo modo pragmatico per
fermare i cambiamenti climatici nel poco tempo che rimane, vale a dire
nei prossimi cinque anni.
<br /><br />
<strong>Per modificare le infrastrutture per la produzione di energia, passando
ad energie rinnovabili, servirebbero almeno 20 anni e 18 mila miliardi
di dollari.
<br /><br />
Nutrirsi di prodotti vegetali anziché animali, invece, non richiede investimenti né tempo. I consumatori possono farlo già oggi.<br />
</strong><br /><br />
http://www.scienzavegetariana.it/news_dett.php?id=1309
<strong>
Fonte:
</strong>
<br /><strong>
Robert Goodland, <a href="http://www.chompingclimatechange.org/1/post/2012/07/record-heat-spiked-by-collusion-between-the-meat-industry-and-fao.html" target="_blank">Record heat spiked by collusion between the meat industry and FAO</a>,
11 luglio 2012
<br />
<em>
Si ringraziano Jeff Anhang e Robert Goodland per la gentile concessione di tradurre e ripubblicare questo articolo.
</em>
dr. Luciana Baroni, MDhttp://www.blogger.com/profile/02548531141173440378noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7350074642365442987.post-15535393456557475112012-06-10T11:12:00.000+02:002012-06-10T11:12:19.493+02:00PAESI DIFFERENTI, IDENTICA TRAGEDIA: DIFFUSIONE DEL DIABETE TRA GLI ADOLESCENTI IN ENORME CRESCITA, SIA NEGLI USA CHE IN EUROPA. RISCHIO RIDOTTO PER I VEGETARIANI E VEGANI.[COMUNICATO STAMPA]<br />
9 giugno 2012<br />
<br />
Secondo
un nuovo studio pubblicato su Pediatrics [1], la prevalenza di diabete e
prediabete tra gli adolescenti è ulteriormente salita da un già
notevole 9% nel 1999-2000 al 23% nel 2007-2008.<br />
<br />
I dati provenienti dalla NHANES (National Health and Nutrition Examination Survey, <a href="http://www.cdc.gov/nchs/nhanes.htm" target="_blank">http://www.cdc.gov/nchs/nhanes.htm</a>)
hanno evidenziato che il 34% circa dei ragazzi USA tra i 12 e 19 anni è
obeso o sovrappeso e presenta un rischio aumentato per alcuni fattori
di rischio cardiovascolare come ipertensione, alterazione dei livelli
ematici di colesterolo e diabete.<br />
<br />
La prevalenza di almeno un
fattore di rischio cardiovascolare è risultato essere, rispettivamente,
del 37%, 49% e 61% negli adolescenti normopeso, sovrappeso ed obesi.
Sovrappeso e obesità, dunque, aumentano sensibilmente il rischio di
sviluppare patologie cardiovascolari.<br />
<br />
In Europa, i bambini con
malattie croniche sono sempre di più e attualmente hanno raggiunto il
20%. Il prof. Alfred Tenore, presidente dell'European Academy of
Paediatrics (EAP) ha dichiarato come "siano sempre più i bambini affetti
da malattie croniche, in testa obesità, asma, allergie e diabete
mellito".<br />
<br />
In Italia il 6-7% della popolazione generale è affetta
da diabete (circa 4 milioni) e i dati dell'Osservatorio epidemiologico
cardiovascolare Iss-Anmco (Istituto superiore di sanità-Associazione
nazionale medici cardiologi ospedalieri)/Health Examination Survey,
rivelano che il 38% degli italiani di entrambi i sessi presenta valori
di colesterolo elevato, oltre la soglia dei 240 mg/dl: anche in questo
caso, il dato è aumentato negli ultimi dieci anni, visto che nel 2002
era un problema solo del 24% della popolazione! Se il colesterolo
elevato danneggia le arterie coronarie favorendo la comparsa di infarto e
morte improvvisa, anche i chili di troppo, sin da ragazzini,
compromettono il cuore da un punto di vista strutturale e funzionale,
causando la sindrome del 'cuore stanco'.<br />
<br />
Gli studi condotti a
livello internazionale evidenziano come i vegetariani di tutte le età
siano più magri, presentino più bassi livelli di colesterolo plasmatico e
un rischio ridotto di diabete e malattie cardiovascolari rispetto ai
non-vegetariani (ricordiamo che con il termine "vegetariano" si
intendono tutte le varianti, da quella latto-ovo-vegetariana a quella
vegana).<br />
<br />
In particolare, i bambini e gli adolescenti vegetariani
presentano più basse assunzioni di colesterolo, grassi saturi e grassi
totali, e più elevati introiti di frutta, verdura e fibre rispetto ai
non-vegetariani.<br />
<br />
In questo disastroso scenario internazionale, le
diete vegetariane rappresentano pertanto un modello a cui tendere già a
partire dall'età pediatrica, in quanto possono offrire alcuni
importanti vantaggi nutrizionali e possono favorire lo sviluppo di sani
schemi alimentari, validi per tutta la durata della vita e utili a
contrastare l'epidemia di malattie croniche che sempre più flagella i
cittadini dei paesi ricchi di tutte le età.<br />
<br />
Reference:<br />
<br />
[1]
May AL, Kuklina EV, Yoon PW. Prevalence of cardiovascular disease risk
factors among US adolescents, 1999-2008. Pediatrics. 2012;129:1035-1041.<br />
<a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22614778" target="_blank">http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22614778</a><br />
<br />
Comunicazione a cura di Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana<br />
<a href="http://www.scienzavegetariana.it/" target="_blank">http://www.scienzavegetariana.it</a> - <a href="mailto:info@scienzavegetariana.it">info@scienzavegetariana.it</a><br />
<br />
Note:<br />
Societa'
Scientifica di Nutrizione Vegetariana - SSNV si prefigge di fornire ai
professionisti della salute e alla popolazione generale informazioni
corrette sulla nutrizione a base di cibi vegetali (c.d. plant-based
nutrition) e sui suoi rapporti con la salute.dr. Luciana Baroni, MDhttp://www.blogger.com/profile/02548531141173440378noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-7350074642365442987.post-32250193804415150342012-03-15T09:08:00.000+01:002012-03-15T09:09:06.078+01:00La vitamina B12 nelle diete vegetarianeLa vitamina B12 nelle diete vegetariane<br />dr.ssa Luciana Baroni<br /><br /><a href="http://www.scienzavegetariana.it/nutrizione/b12_approfondimenti.html" target="_blank" rel="nofollow nofollow"><span>http://</span><wbr><span class="word_break"></span><span>www.scienzavegetariana.it/</span><wbr><span class="word_break"></span><span>nutrizione/</span><wbr><span class="word_break"></span>b12_approfondimenti.html</a><br /><br /> Spero che questo articolo permetta di capire e condividere l'importanza delle raccomandazioni sulla vitamina B12, e chiarire ogni dubbio e perplessità residua sull'argomento<br /><br />buona lettura!!!dr. Luciana Baroni, MDhttp://www.blogger.com/profile/02548531141173440378noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-7350074642365442987.post-7195684841180251132012-02-18T17:04:00.013+01:002012-02-19T11:16:46.443+01:00In che mani è la nostra salute?<p class="MsoNormal" style="text-align: justify; font-family: times new roman; color: rgb(0, 0, 0);font-family:times new roman;"><span style="font-size:180%;"><span style="line-height: 115%;"><br /></span></span></p> <p class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-align: justify;font-family:times new roman;"><span style="font-size:100%;"><span style="line-height: 115%;">Riporta <i style="mso-bidi-font-style:normal">Adnkronos Salute </i>(Roma, 15 feb) che secondo un recente studio condotto dalla <i style="mso-bidi-font-style: normal">Scuola Superiore Sant’Anna</i> di Pisa, gli adulti italiani obesi ammontano a poco meno di 5 milioni (il 10% della popolazione), per un costo sociale annuo pari 8,3 miliardi di euro (circa il 6,7% della spesa pubblica). Un costo destinato a lievitare, perché nel 2025 il tasso di obesità potrebbe salire addirittura al 43%, che tradotto in “teste” significa 20 milioni di italiani.</span></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-align: justify; font-family:times new roman;"><span style="font-size:100%;"><span style="line-height: 115%; font-family:times new roman;" >Non solo: in Italia si registra il primato per sovrappeso e obesità anche nella fascia d'età tra i 6 e i 9 anni, con tassi di obesità infantile in crescita vertiginosa (+2,5% ogni 5 anni). Alla faccia della dieta mediterranea del terzo millennio, tanto propagandata come la “dieta più sana”, ma che invece nulla ha da spartire con l’originaria dieta mediterranea, sana davvero, ma che era essenzialmente una <i style="mso-bidi-font-style:normal">plant-based diet, </i>cioè una dieta composta prevalentemente da cibi vegetali non-trasformati!</span></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-align: justify; font-family:times new roman;"><span style="font-size:100%;"><span style="line-height: 115%; font-family:times new roman;" >Ecco quindi il grido: <b><span style="mso-font-kerning:18.0pt">Salute: allarme nutrizionisti, 20 milioni gli italiani obesi nel 2025! </span></b><b style="mso-bidi-font-weight:normal">Sempre più necessaria una “manovra dietetica”.</b></span><b><span style="line-height: 115%; text-transform: uppercase;"><br /></span></b></span></p><p class="MsoListParagraph" style="text-align: justify; font-family:times new roman;"><span style="font-size:100%;"><b><span style=" line-height: 115%; text-transform: uppercase;">MA quali sono le iniziative “sul piatto” che i nostri governanti stanno considerando?</span></b><span style="font-weight: bold;"><br /></span></span></p><p class="MsoListParagraph" style="text-align: justify; font-family:times new roman;"><span style="font-size:100%;"><span style="font-weight: bold;"></span><span style="font-size:100%;"><span style=" line-height: 115%; font-family:times new roman;font-size:12pt;" >1-La ventilata istituzione di una tassa sul cibo-spazzatura da parte del ministro della Salute: vedremo quali cibi saranno classificati tra i <i style="mso-bidi-font-style:normal">junk-food</i>, ma dubitiamo che la proposta, anche se approvata, saprà agire a 360° su tutti gli alimenti in causa, compresi quelli di origine animale.<br /></span></span></span></p> <p class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="text-align: justify; font-family: times new roman; color: rgb(0, 0, 0);font-family:times new roman;"><span style="font-size:100%;"><span style="font-size:100%;"><span style=" line-height: 115%; font-family:times new roman;font-size:12pt;" >2-L’iniziativa </span></span><span style=" line-height: 115%;font-size:12pt;" ><span style="font-size:100%;"><span style="font-family:times new roman;">"La manovra dietetica in Parlamento", presentata in data 15 febbraio 2012 in Parlamento: ribattezzata la "dieta dei parlamentari", viene già propagandata come di sicuro successo nella lotta all'obesità della popolazione italiana, in grado di ridurre il tasso di obesità in Italia e i relativi costi per lo Stato. </span></span><br /></span></span></p><p class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="text-align: justify; font-family: times new roman; color: rgb(0, 0, 0);font-family:times new roman;"><span style="font-size:100%;"><span style=" line-height: 115%;">Peccato che questa proposta arrivi dal Centro studi Tisanoreica e che, </span><span style=" line-height: 115%;">come si legge sul suo sito istituzionale, questa dieta dimagrante (tisanoreica, appunto) si basi sul paradosso che <i>per dimagrire bisogna mangiare in maniera disequilibrata provocando una carenza mirata, un temporaneo "squilibrio" alimentare per perdere peso ma non perdere le forme e la tonicità. </i></span><span style=" line-height: 115%;">Mutato nomine, </span><span style=" line-height: 115%;">la solita dieta chetogenica </span><span style=" line-height: 115%;">a basso indice glicemico</span><span style="line-height: 115%;">, che produce nel breve termine malnutrizione e dismetabolismi, e in molti casi il veloce recupero del peso perduto al termine del trattamento: il tutto, inoltre, </span><span style=" line-height: 115%;">sulla base di presupposti scientifici non condivisi da tutti i nutrizionisti.</span></span><span style="font-size:100%;"><span style=" line-height: 115%;"> La cosa peggiore, tuttavia, è che come tutte le “diete dimagranti” essa non modifica permanentemente il comportamento individuale nei confronti delle scelte alimentari, rendendo di fatto il sovrappeso-obesità una malattia in rapida espansione e, purtroppo, quasi incurabile.</span></span></p> <p class="MsoListParagraphCxSpLast" style="text-align: justify; font-family: times new roman; color: rgb(0, 0, 0);font-family:times new roman;"><span style="font-size:100%;"><span style=" line-height: 115%;"> </span></span></p> <p style="text-align: justify; line-height: 115%; color: rgb(0, 0, 0); font-family: times new roman;font-family:times new roman;"><span style="font-size:100%;"><span style="font-family:times new roman;">Un metodo sicuro per la lotta all'obesità dovrebbe</span> invece essere basato sulle prove scientifiche, sul beneficio clinico e sull’accettabilità da parte del paziente nel lungo termine.</span></p> <p style="text-align: justify; line-height: 115%; font-weight: bold; color: rgb(0, 0, 0); font-family: times new roman;font-family:times new roman;"><span style="font-size:100%;">Perché dunque non raccogliere gli insegnamenti di coloro che seriamente, con metodi scientifici, hanno dedicato una vita di studio ai rapporti tra alimentazione e peso corporeo?</span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; font-family: times new roman; color: rgb(0, 0, 0);font-family:times new roman;"><span style="font-size:100%;"><span style=" line-height: 115%;">Gli studi che hanno analizzato il rischio di sovrappeso-obesità in relazione ai tipi di cibo e alle abitudini alimentari indicano che una <i style="mso-bidi-font-style:normal">dieta a base vegetale </i>rappresenta un efficace approccio nelle prevenzione dell’obesità, soprattutto di quella infantile.</span></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; font-family: times new roman; color: rgb(0, 0, 0);font-family:times new roman;"><span style="font-size:100%;"><span style="line-height: 115%;">Le diete che contengono elevate quantità di cibi vegetali, come le diete vegetariane, hanno infatti una densità energetica ridotta (= +cibo, - calorie), e sono ricche di carboidrati complessi, fibre e acqua:<span style="mso-spacerun:yes"> </span>queste caratteristiche sono in grado di aumentare il senso di sazietà e il dispendio energetico a riposo. Coerentemente, gli studi scientifici dimostrano come i vegetariani siano più magri e vengano colpiti meno dalle altre gravi malattie che spesso si accompagnano alla condizione di sovrappeso-obesità (diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari, alcuni tipi di cancro).</span></span></p><span style="font-family:times new roman;font-size:130%;"><span style="text-decoration: underline;"><br /></span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixjN5VXl_d0X6m2j5pbHl6hbopf2F9bxGc2BzROgO1YZ_WwV3-Li2OU7CqcyfBK-PS_zjnEQLnnUXfYwUzBLnNnLqqET_rx1OlWM7ydYJ_AXCcqO1SYLjrVfAzJZ2EV8XhgOM9B7PNw3Q/s1600/vegetarian-protein.gif"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 264px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixjN5VXl_d0X6m2j5pbHl6hbopf2F9bxGc2BzROgO1YZ_WwV3-Li2OU7CqcyfBK-PS_zjnEQLnnUXfYwUzBLnNnLqqET_rx1OlWM7ydYJ_AXCcqO1SYLjrVfAzJZ2EV8XhgOM9B7PNw3Q/s400/vegetarian-protein.gif" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5710510645737402546" border="0" /></a><br /></span><div style="text-align: justify; font-family: lucida grande;font-family:times new roman;"><span style="color: rgb(0, 0, 0); font-size:100%;" ><span style=" line-height:115%;Times New Roman","serif"">Pertanto, il <b style="mso-bidi-font-weight:normal">pattern alimentare</b> che dovrebbe essere incoraggiato nella popolazione è solo uno: <b style="mso-bidi-font-weight:normal">quello vegetariano</b>. E non esclusivamente per motivi di salute, ma anche per la salvaguardia del pianeta. Le politiche agroalimentari dovrebbero sostenere<span style="mso-spacerun:yes"> </span>la diffusione di queste informazioni e ridurre le pressioni culturali ed economiche che al momento attuale non permettono di proporre come modello alimentare di riferimento la dieta vegetariana.<br /><br /></span></span></div> <p class="MsoNormal" style="color: rgb(0, 0, 0); font-family: lucida grande; text-align: justify;font-family:times new roman;"><span style="font-size:100%;"><span style=" line-height:115%;Times New Roman","serif"">Proporre alla popolazione il modello alimentare vegetariano come un modello positivo ideale “a cui tendere”,<span style="mso-spacerun:yes"> </span>ben lungi da far diventare vegetariani tutti gli italiani veicolerebbe tuttavia il messaggio che consumare molti più cibi vegetali non trasformati e molti meno cibi animali potrebbe sensibilmente aiutare il singolo a mantenere il proprio peso corporeo sotto controllo. </span></span></p> <p class="MsoNormal" style="color: rgb(0, 0, 0); font-family: lucida grande; text-align: justify;font-family:times new roman;"><span style="font-size:100%;"><span style=" line-height:115%;Times New Roman","serif"">Non c’è infatti alcun dato scientifico che giustifichi preoccupazioni per la salute di chi addotta un modello alimentare vegetariano, ma semmai è vero l’esatto contrario. I tentativi <span class="st">di far passare questa scelta alimentare come “rischiosa per la salute”<span style="mso-spacerun:yes"> </span>risultano </span>ormai facilmente smascherabili (grazie alla semplice navigazione sul sito </span><a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/"><span style=" line-height:115%;Times New Roman","serif"">http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/</span></a><span style="line-height:115%;Times New Roman","serif"">, il più vasto e aggiornato <span class="st">database bibliografico contenente informazioni sulla letteratura scientifica biomedica dal 1949 ad oggi)</span> e semplicemente dequalificano la professionalità di chi li compie. </span></span></p> <p class="MsoNormal" style="color: rgb(0, 0, 0); font-family: lucida grande; text-align: justify;font-family:times new roman;"><span style="font-size:100%;"><span style=" line-height:115%;Times New Roman","serif"">La riduzione dei costi sanitari del singolo e della società, attualmente assorbiti per la diagnosi e il trattamento delle malattie causate dalla dieta non sana adottata da gran parte dei cittadini italiani, permetterebbe di risparmiare risorse economiche da utilizzare per scopi ben più importanti e nobili, come ad esempio quelli di sostegno al lavoro, all’età infantile ed anziana, alla disabilità, all’istruzione. </span></span></p> <p class="MsoNormal" style="color: rgb(0, 0, 0); font-family: lucida grande; text-align: justify;font-family:times new roman;"><span style="font-size:100%;"><span style=" line-height:115%;Times New Roman","serif"">Potremmo pagare i nostri parlamentari il doppio-triplo, se davvero capissero questa semplice equazione ed agissero di conseguenza! Mai denaro sarebbe meglio speso, mai risparmio sarebbe maggiore!</span></span></p> <p class="desc" style="line-height: 115%; font-weight: bold; color: rgb(0, 0, 0); font-family: lucida grande; text-align: justify;font-family:times new roman;"><span style="font-size:100%;">FONTI:</span></p> <p class="desc" style="line-height: 115%; color: rgb(0, 0, 0); font-family: lucida grande; text-align: justify;font-family:times new roman;"><span style="font-size:100%;"><span style="mso-ansi-language:EN-US" lang="EN-US">Barnard ND, Scialli AR, Turner-McGrievy G, Lanou AJ, Glass J. </span><a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16164885"><span style="mso-ansi-language:EN-US" lang="EN-US">The effects of a low-fat, plant-based dietary intervention on body weight, metabolism, and insulin sensitivity.</span></a><span class="MsoHyperlink"><span style="mso-ansi-language:EN-US" lang="EN-US"> </span></span><span class="jrnl"><span style="mso-ansi-language:EN-US" lang="EN-US">Am J Med</span></span><span style="mso-ansi-language:EN-US" lang="EN-US">. 2005 Sep;118(9):991-7.</span></span></p> <p class="desc" style="line-height: 115%; color: rgb(0, 0, 0); font-family: lucida grande; text-align: justify;font-family:times new roman;"><span style="font-size:100%;"><span style="mso-ansi-language:EN-US" lang="EN-US">Berkow SE, Barnard N. </span><a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16673753"><span style="mso-ansi-language:EN-US;mso-bidi-font-weight:bold" lang="EN-US">Vegetarian</span><span style="mso-ansi-language:EN-US" lang="EN-US"> diets and weight status.</span></a><span class="MsoHyperlink"><span style="mso-ansi-language:EN-US" lang="EN-US"> </span></span><span class="jrnl"><span style="mso-ansi-language:EN-US" lang="EN-US">Nutr Rev</span></span><span style="mso-ansi-language:EN-US" lang="EN-US">. 2006 Apr;64(4):175-88.</span></span></p> <p class="MsoNormal" style="color: rgb(0, 0, 0); font-family: lucida grande; text-align: justify;font-family:times new roman;"><span style="font-size:100%;"><span style=" line-height:115%;Times New Roman","serif";mso-fareast-Times New Roman";mso-ansi-language:EN-US;mso-fareast-language:IT" lang="EN-US">http://it.notizie.yahoo.com/salute-allarme-nutrizionisti-20-mln-italiani-obesi-nel-183800074.html</span></span></p> <p class="MsoNormal" style="color: rgb(0, 0, 0); font-family: lucida grande; text-align: justify;font-family:times new roman;"><span style="font-size:100%;"><span style="line-height:115%;Times New Roman","serif"; mso-ansi-language:EN-US" lang="EN-US">http://www.obesita.it/html/pag/it/appello.asp?fn=1#</span></span></p> <p class="desc" style="line-height: 115%; color: rgb(0, 0, 0); font-family: lucida grande; text-align: justify;font-family:times new roman;"><span style="font-size:100%;"><span style="mso-ansi-language:EN-US" lang="EN-US">Newby PK, Tucker KL, Wolk A. </span><a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15941875"><span style="mso-ansi-language:EN-US" lang="EN-US">Risk of overweight and <span style="mso-bidi-font-weight: bold">obesity</span> among semivegetarian, lactovegetarian, and vegan women.</span></a><span class="MsoHyperlink"><span style="mso-ansi-language:EN-US" lang="EN-US"> </span></span><span class="jrnl"><span style="mso-ansi-language:EN-US" lang="EN-US">Am J Clin Nutr</span></span><span style="mso-ansi-language:EN-US" lang="EN-US">. 2005 Jun;81(6):1267-74.</span></span></p> <p class="desc" style="line-height: 115%; color: rgb(0, 0, 0); font-family: lucida grande; text-align: justify;font-family:times new roman;"><span style="font-size:100%;"><span style="mso-ansi-language:EN-US" lang="EN-US">Sabaté J, Wien M. </span><a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20237136"><span style="mso-ansi-language:EN-US;mso-bidi-font-weight:bold" lang="EN-US">Vegetarian</span><span style="mso-ansi-language:EN-US" lang="EN-US"> diets and childhood <span style="mso-bidi-font-weight:bold">obesity</span> prevention.</span></a><span class="MsoHyperlink"><span style="mso-ansi-language:EN-US" lang="EN-US"> </span></span><span class="jrnl"><span style="mso-ansi-language:EN-US" lang="EN-US">Am J Clin Nutr</span></span><span style="mso-ansi-language:EN-US" lang="EN-US">. 2010 May;91(5):1525S-1529S. Epub 2010 Mar 17.</span></span></p> <p class="desc" style="line-height: 115%; color: rgb(0, 0, 0); font-family: lucida grande; text-align: justify;font-family:times new roman;"><span style="font-size:100%;"><span style="mso-ansi-language:EN-US" lang="EN-US">Thedford K, Raj S. </span><a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21616193"><span style="mso-ansi-language:EN-US" lang="EN-US">A <span style="mso-bidi-font-weight:bold">vegetarian diet</span> for weight management.</span></a><span class="MsoHyperlink"><span style="mso-ansi-language:EN-US" lang="EN-US"> </span></span><span class="jrnl"><span style="mso-ansi-language:EN-US" lang="EN-US">J Am <span style="mso-bidi-font-weight: bold">Diet</span> Assoc</span></span><span style="mso-ansi-language: EN-US" lang="EN-US">. 2011 Jun;111(6):816-8.</span></span></p> <p class="MsoNormal" style="color: rgb(0, 0, 0); font-family: lucida grande; text-align: justify;font-family:times new roman;"><span style="font-size:100%;"><span style="line-height:115%; Times New Roman","serif";mso-fareast-Times New Roman"; mso-ansi-language:EN-US;mso-fareast-language:IT" lang="EN-US">Tonstad S, Butler T, Yan R, Fraser GE. </span><a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19351712"><span style="line-height:115%;Times New Roman","serif"; mso-fareast-Times New Roman";mso-ansi-language: EN-US;mso-fareast-language:IT;text-decoration:none;text-underline:none" lang="EN-US">Type of <span style="mso-bidi-font-weight:bold">vegetarian diet</span>, body weight, and prevalence of type 2 diabetes.</span></a><span style="line-height:115%;Times New Roman","serif";mso-fareast-Times New Roman";mso-ansi-language:EN-US;mso-fareast-language:IT" lang="EN-US"> Diabetes Care. 2009 May;32(5):791-6.</span></span></p> <p class="MsoNormal" style="color: rgb(0, 0, 0); font-family: lucida grande; text-align: justify;font-family:times new roman;"><span style="font-size:100%;"><span style="line-height:115%; Times New Roman","serif";mso-fareast-Times New Roman"; mso-ansi-language:EN-US;mso-fareast-language:IT" lang="EN-US">Turner-McGrievy GM, Barnard ND, Scialli AR, Lanou AJ. </span><a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15325679"><span style="line-height:115%;Times New Roman","serif"; mso-fareast-Times New Roman";mso-ansi-language: EN-US;mso-fareast-language:IT;text-decoration:none;text-underline:none" lang="EN-US">Effects of a low-fat vegan <span style="mso-bidi-font-weight:bold">diet</span> and a Step II <span style="mso-bidi-font-weight:bold">diet</span> on macro- and micronutrient intakes in overweight postmenopausal women.</span></a><span style="line-height:115%;Times New Roman","serif"; mso-fareast-Times New Roman";mso-ansi-language:EN-US;mso-fareast-language: IT" lang="EN-US"> Nutrition. 2004 Sep;20(9):738-46.</span></span></p> <p class="MsoNormal" style="color: rgb(0, 0, 0); font-family: lucida grande; text-align: justify;font-family:times new roman;"><span style="font-size:100%;"><br /><span style=" line-height: 115%;"></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; font-family:times new roman;"><span style=" line-height: 115%;font-size:12pt;" ><br /></span></p>dr. Luciana Baroni, MDhttp://www.blogger.com/profile/02548531141173440378noreply@blogger.com1