sabato 21 settembre 2013

I supercibi per la mente


Anche quest’anno il Premio Empty Cages viene consegnato a una personalità che si è particolarmente distinta per il suo contributo intellettuale e pratico volto a migliorare il  rapporto tra umani e animali.

Il vincitore per il 2013, indicato da Melanie Joy, è il Prof. Neal D. Barnard, ricercatore americano e promotore di una alimentazione sana e consapevole.
Il Prof. Barnard ha messo a punto un programma alimentare innovativo per proteggere il nostro cervello dalle malattie degenerative e per rafforzare la memoria. Di fatto, con alimenti esclusivamente vegetali.

La consegna del Premio avverrà sabato 5 ottobre alle ore 18,30 presso la Sala Commissione di Palazzo Marino (Piazza della Scala 2, Milano) alla presenza di Valerio Pocar, garante per la Tutela degli Animali del Comune di Milano e di Chiara Bisconti, Assessora al benessere, qualità della vita, sport e tempo libero, risorse umane, tutela degli animali, verde e arredo urbano.

Luciana Baroni, geriatra, neurologa e nutrizionista, introdurrà l’autore  in videoconferenza da Washington e presenterà il volume di Barnard, I super cibi per la mente (Ed. Sonda).

La conferenza è gratuita e aperta al pubblico. Vi aspettiamo numerosi.

venerdì 10 maggio 2013

Cuore sano = Cuore vegano


Un'altra sostanza contenuta nei cibi animali (compresi latticini e uova) aumenta il rischio cardiovascolare nell'uomo.

[ Link notizia: http://www.scienzavegetariana.it/news_dett.php?id=1376 ]

Dopo lo studio che abbiamo recentemente segnalato (vedi Cuore sano = cuore vegetariano), che dimostrava come la trasformazione della carnitina da parte dei batteri intestinali è in grado di produrre una sostanza, la TMAO (trimethylamine-N-oxide), che aumenta il rischio cardiovascolare nell'uomo, ecco che un nuovo studio identifica un analogo effetto anche da parte della colina (fosfatidilcolina o lecitina).

Se infatti la carnitina è presente solo nelle carni ma non nei cibi animali indiretti come latticini e uova, la colina invece è una sostanza presente in tutti i cibi animali, ed è in particolare molto abbondante nell'uovo.

Anche la sua trasformazione nell'intestino umano ad opera dei batteri intestinali, analogamente alla carnitina, è responsabile di abbondante produzione di TMAO, sostanza che aumenta il rischio di infarto, ictus e morte.

In questo nuovo studio pubblicato nell'aprile 2013 sulla prestigiosa rivista scientifica New England Journal of Medicine, i ricercatori hanno esaminato 4007 soggetti e hanno evidenziato come coloro che presentavano i livelli plasmatici più elevati di TMAO presentavano un rischio di eventi cardiovascolari superiore di 2,5 volte rispetto ai soggetti che presentavano i livelli più bassi.

Una dieta vegana, basata su cereali, legumi, verdura, frutta fresca e frutta secca oleaginosa è quindi in grado di abbattere le assunzioni di colina, oltre che di carnitina, fornendo una protezione aggiuntiva nei confronti delle malattie cardiovascolari rispetto a quella già conferita dalla sua abbondanza di fibre, dalla ridotta presenza di grassi saturi e dall'assenza di colesterolo.

Stanno quindi affiorando altri tasselli che possono spiegare perché la dieta vegetariana riduca il rischio di malattie cardiovascolari in maggior misura (32%) di quanto possa essere stimato se si considera solamente il suo effetto favorevole sui livelli di pressione arteriosa e di colesterolo (24%).

Fonte:

Tang WH, Wang Z, Levison BS, Koeth RA, Britt EB, Fu X, Wu Y, Hazen SL., "Intestinal microbial metabolism of phosphatidylcholine and cardiovascular risk.", N Engl J Med. 2013 Apr 25;368(17):1575-84. doi: 10.1056/NEJMoa1109400. 
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23614584

Cuore sano = cuore vegetariano


Nuova scoperta sulla relazione tra consumo di carne e aterosclerosi.

Un nuovo studio condotto dai ricercatori della Cleveland Clinic's Heart and Vascular Institute ha sottoposto a indagini cardiologiche un gruppo di 2595 pazienti, suddivisi in tre gruppi (onnivori, latto-ovo-vegetariani e vegani), e ne ha valutato i livelli di carnitina, di TMAO (trimethylamine-N-oxide) e il rischio cardiovascolare.

Lo studio ha evidenziato come nei soggetti che presentano più elevati livelli di TMAO, livelli plasmatici più elevati di carnitina risultino associati con un maggior rischio di cardiopatia, infarto, ictus cerebrale e morte.

La carnitina è una sostanza che si trova nel muscolo e interviene nell'utilizzo dell'energia da parte del muscolo stesso. Oltre ad essere presente nelle carni (=muscolo animale) è ampiamente utilizzata dagli sportivi come integratore e viene persino aggiunta ad alcune bevande “energizzanti”.

La TMAO è un prodotto che deriva dalla trasformazione della carnitina stessa ad opera dei batteri intestinali, e che potrebbe favorire l'aterosclerosi, cioè la comparsa di ispessimento e indurimento delle arterie. I livelli di TMAO sono quindi determinati dal tipo di flora batterica intestinale.

La flora intestinale degli onnivori, che assumono le maggiori quantità di carnitina, produce anche più elevate quantità di TMAO, e questa combinazione potrebbe essere responsabile per loro un maggior rischio cardiovascolare. Per contro, la produzione di TMAO da parte della flora batterica intestinale dei vegetariani (latto-ovo e vegani) risulta essere molto più bassa.

La carnitina è infatti virtualmente assente nelle diete vegetariane (sia latto-ovo che vegane), e i vegetariani che non utilizzino fonti artificiali di carnitina di fatto non la assumono con la dieta, cosicché essa non arriva all'intestino producendo metaboliti dannosi. L'organismo umano è in grado di produrre da solo la carnitina che gli serve, nella quantità adeguata, a partire anche da fonti vegetali, quindi essa non è una sostanza essenziale nell'alimentazione. Questo studio ha mostrato che non solo non è necessaria, ma anzi, maggiori sono le quantità assunte, maggiore è il rischio cardiovascolare.

Ecco quindi che, oltre al legame ormai ben accertato tra grassi animali (cioè grassi saturi e colesterolo) e malattie cardiovascolari, emerge la possibilità che altri composti contenuti nelle carni, come la carnitina e i suoi prodotti di trasformazione, aumentino il rischio di malattie legate all'aterosclerosi in chi mangia carne. Questo può contribuire a spiegare i ben dimostrati benefici cardiovascolari delle diete che escludono la carne, cioè le diete vegetariane.

http://www.scienzavegetariana.it/news_dett.php?id=1367

Fonte: 
Koeth RA, Wang Z, Levison BS, et al. Intestinal microbiota metabolism of L-carnitine, a nutrient in red meat, promotes atherosclerosis. Nat Med. Published online April 7, 2013.

venerdì 12 aprile 2013

Quanti animali uccidono gli onnivori piu' dei vegetariani?



Secondo capitolo della saga "Lo stolto, il dito e la dieta vegetariana".

Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana, reduce dal Congresso Internazionale di Nutrizione Vegetariana (Loma Linda, California, 24-26 febbraio 2013), dove ha presentato i risultati preliminari delle proprie ricerche sull'impatto ambientale e sociale delle scelte alimentari, condotte in collaborazione con il NEIC (Centro Internazionale di Ecologia della Nurizione), intende far chiarezza sui contenuti di alcuni recenti articoli apparsi su giornali e riviste.

Si tratta dell'ennesima "good news" che vorrebbe securizzare gli onnivori sulla bontà della propria scelta alimentare. Dopo il fallimento del tentativo di convincere l'opinione pubblica che una dieta onnivora sia più favorevole alla salute di una dieta vegetariana, ora si fa leva sull'aspetto etico, arrivando a sostenere che, rispetto a quella vegetariana, la scelta onnivora risulterebbe addirittura più rispettosa della vita animale.

Nello specifico, è stata data ampia risonanza allo studio del Prof. Mike Archer, paleontologo australiano, il quale vorrebbe dimostrare che l'alimentazione vegetariana uccide più animali rispetto a quella onnivora, dimostrando invece solo la propria abissale incompetenza nel campo dell'ecologia della nutrizione.

Secondo lo studio di Archer, gli animali allevati per produrre cibo per gli umani pascolerebbero liberi e felici in terreni paradisiaci, senza procurare danni all'ecosistema. Invece coltivare la terra per ottenere cibo vegetale per diretto consumo umano ucciderebbe piccoli mammiferi e insetti in misura molto maggiore, circa 25 volte di più del numero di animali uccisi dagli onnivori per farne cibo.

Questa teoria è palesemente assurda e possiamo sintetizzarne la ragione nella frase: "gli animali allevati per produrre cibo per l'uomo non vivono d'aria" (né di scarti come Archer vorrebbe far credere).

Infatti, la stragrande maggioranza degli animali allevati non è nutrita con erba, né con scarti, ma con vegetali appositamente coltivati. Nei vari articoli esultanti per il risparmio di vite ottenuto macellando animali di ogni specie (!) non si tiene conto - per disonestà intellettuale o acritica ignoranza - del cosiddetto "indice di conversione", presentato in ogni manuale di zootecnia: un animale allevato, per aumentare di un kg di peso corporeo, deve mangiare mediamente 15 kg di cibo vegetale, che è coltivato appositamente. Se la coltivazione di cibo vegetale comporta l'uccisione di insetti e piccoli mammiferi, queste morti vanno messe in conto anche a chi mangia cibi animali, moltiplicate per 15 rispetto a quelle causate da chi si nutre direttamente di vegetali.

Inoltre, non esistono quasi più terreni liberi da adibire a pascolo, ormai sono stati consumati tutti, si sta disboscando la foresta amazzonica per ottenere pascoli, e dopo pochi anni ogni terreno sfruttato dal pascolo si desertifica. Questo comporta l'ulteriore uccisione di un enorme numero di animali selvatici.

Quindi, chi si nutre di carne è responsabile di molte più morti (almeno 15 volte tante) rispetto a chi si nutre direttamente di vegetali, anche contando solo gli animali selvatici accidentalmente uccisi durante la coltivazione. Naturalmente, a queste morti vanno aggiunte quelle dei miliardi di animali macellati in tutto il mondo per diventare cibo.

Ma non basta.

Oltre al numero di animali uccisi per la coltivazione di mangimi o per il disboscamento per la creazione di pascoli, occorre contare anche la distruzione dell'ambiente naturale causata dalla coltivazione di così tanti vegetali necessari per ingrassare gli animali. Questo fenomeno ha un importante peso sociale, in quanto è responsabile della malnutrizione di alcune popolazioni del nostro pianeta.

Uno dei principali studi al mondo, condotto dall'United Nation Environmental Programme della FAO, pone gli allevamenti di animali, la produzione di carne e la produzione di latticini al primo posto tra le attività inquinanti e ad alto impatto ambientale.

Conclusione

Il passaggio verso un'alimentazione a base vegetale porta, come conseguenza ovvia, non solo una enorme diminuzione del numero di animali uccisi direttamente o indirettamente a scopi alimentari, ma vari benefici all'ecosistema come le diminuzioni dei gas serra, dei consumi energetici, dei consumi di acqua e di terreni.
L'alimentazione 100% vegetale è quella che crea meno danni in assoluto; quella onnivora, con consumo di carne, pesce, latticini e uova a ogni pasto - come oggi considerato "normale" -, è quella che crea maggior distruzione e morte.

Possiamo pertanto annoverare anche questa notizia nella saga delle assurdità che abbiamo voluto intitolare "Lo stolto, il dito e la dieta vegetariana" e che ci auguriamo possa con essa dichiararsi conclusa.

La Redazione di Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana - SSNV

http://www.scienzavegetariana.it/news_dett.php?id=1366

domenica 31 marzo 2013

Dr. Ellsworth Wareham

 Chirurgo cardiotoracico di 98 anni, vegan. 
Un fulgido esempio di come si possa invecchiare sani e con la mente perfettamente funzionante!



Dr. Ellsworth Wareham 
Watch this Veggie Channel VIDEO, interview of Massimo Leopardi:
http://veggiechannel.com/IT/3/e32bdfc4-28d7-420a-938d-d6395ebdfb92/Dr_Ellsworth_Wareham_-_98_years_old_vegan.aspx

sabato 9 febbraio 2013

VegPyramid Junior - Dott.ssa Luciana Baroni



Conferenza della Dott.ssa Luciana Baroni: "La dieta vegetariana per grandi e piccini".


"Già dal 2005 era stata emessa una raccomandazione che prendeva il nome diVegPyramid per aiutare i vegetariani a seguire una dieta a base vegetale ben bilanciata ed inattaccabile sotto ogni punto di vista. Questi consigli però non erano riferibili anche a bambini avendo i più piccini dei bisogni nutrizionali differenti da quelli degli adulti. Queste differenze poi esistono tra età pediatriche diverse, ad ogni età corrispondono dei criteri diversi e che occorre conoscere bene".

In questa conferenza la Dott.ssa Luciana Baroni, presidente della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana SSNV, presenta il libro "VegPyramid Junior". Scritto insieme a Leonardo Pinelli e a Ilaria Fasan, ha come tema l'alimentazione e la cucina a base vegetale. In particolare tratta dell'Alimentazione del Bambino. Realizzato da Sonda Edizioni e pubblicato nel mese di Settembre 2012.

Ecco le parole di Vesanto Melina, nutrizionista di fama internazionale: "E' importante essere vegan in questa fase in cui conosciamo finalmente gli effetti devastanti del cibo animale sulla salute e sul pianeta, ed è importante arrivare quanto prima a conoscere le caratteristiche e gli effetti di una corretta alimentazione: se non lo avete fatto prima, fatelo almeno ora che avete un bimbo da crescere. VegPyramid Junior potrà venirvi efficacemente in aiuto!"

Video realizzato dalla Web-tv Veggie Channel.