I fan di questo tipo di alimentazione sono ormai tre milioni
L'avvertimento dell'Eurispes: a metà secolo saranno la maggioranza
di LICIA GRANELLO - L'Espresso 9 ottobre 2002
MILANO - Vegetariani di tutto il mondo unitevi. Sapendo di essere tanti, tantissimi. Una diffusione tanto possente e inaspettata da indurre il settimanale "Time" a dedicare il servizio di copertina di questa settimana all'argomento, con tanto di domanda obbligata: "Dovremmo essere tutti vegetariani?".
La questione è apertissima e così contraddittoria da scatenare reazioni e umori opposti all'estremo. Ma mentre ci interroghiamo, il numero di chi chiude i rapporti con macellerie e affini s'innalza in maniera esponenziale da una parte all'altra del mondo, Italia compresa. Secondo gli ultimi dati dell'Eurispes, infatti, in meno di tre anni (dal '99 a oggi) siamo passati da un milione e mezzo a quasi tre milioni di vegetariani. Che sono, nella grande maggioranza vegetariani cosiddetti "spuri", cioè consumatori di latticini, uova e pesce (di una o di tutte le categorie, a seconda dei casi), ma comunque abbastanza specifici, nel loro nuovo approccio alimentare, da esser considerati una tribù sociologica di tutto rispetto.
Secondo "Time", l'esplosione del movimento vegetariano ha cause tanto diverse da non essere riconducibile a un singolo evento. Così, se in Europa il numero degli anti-carne è cresciuto insieme al divampare dello scandalo Bse, negli Stati Uniti il puzzle è costituito da frammenti per noi meno usuali. Il fenomeno dell'obesità dilagante - con l'hamburger sul banco degli accusati - ha indotto soprattutto gli adolescenti a identificare la carne come orribile dispensatrice di calorie e quindi a negarla, dentro e fuori il canonico superpanino imbottito (con immediata comparsa dell'hamburger vegetariano). L'equazione magro uguale vegetariano, dicono comunque gli esperti, è tanto più pericolosa quando si pensa alla quantità di salse, fritti e dolci che esulano dal mondo animale....
Altro deterrente al consumo di carne, la "personificazione" degli animali, meccanismo che ha origine nei primissimi lungometraggi di Walt Disney, giù giù fino ai film dedicati al maialino Babe. Negli States, la gadgetteria legata ai cartoni animati è parte integrante della quotidianità infantile, dai portamatite ai peluche. Quale bambino cresciuto davanti alla televisione può pensare di addentare serenamente un cosciotto in tutto simile a quello di Bugs Bunny o una fetta di mucca Clarabella? Il tutto, senza scordare il forte valore etico della scelta vegetariana, secondo la quale le coltivazioni per il foraggio destinato agli animali da macello potrebbero essere riconvertite per sfamare chi ne ha bisogno.
Più prosaici, ma egualmente sensibili ai guai da malalimentazione, gli italiani hanno a loro volta cominciato a spingere vigorosamente sul pedale della dieta senza carne, con risultati ormai evidenti in termini sociali e commerciali: alzi la mano chi non ha mai sentito parlare di tofu o di bistecche di soia. In quanto ai ristoranti, l'ultimo censimento dell'associazione vegetariani ne ha schedati più di trecento, a cui aggiungere i moltissimi, che ormai vantano stabilmente in menù una buona scelta di piatti liberi da proteine animali. La dieta mediterranea, da questo punto di vista, ci offre ampie garanzie: tra paste e risotti, difficile rischiare l'antisocialità per questioni di piatti.
I dubbi sono altri. S'inquietano, i genitori, di fronte ai figli adolescenti reticenti davanti alla bistecca: siamo cresciuti con la mamma che tagliava pazientemente a bocconi l'immancabile fettina, possibile che si possa crescere bene anche senza? I nutrizionisti, per una volta tutti d'accordo, sostengono che si può. A patto di utilizzare proteine alternative, dai latticini ai legumi (a seconda se si è vegetariani più o meno integrali).
I numeri, del resto, danno loro ragione: secondo l'Eurispes, entro la metà del secolo in Italia i vegetariani saranno trenta milioni, superando così il numero dei carnivori. E per i dannati della bistecca saranno tempi durissimi.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
evviva finalmente
Posta un commento