Intervista a Libero Vianello, medico vegetariano
La Repubblica - 9 ottobre 2002
MILANO - Libero Vianello, medico olistico, è vegetariano, "ma non fanatico, perché per cambiare le storture della società bisogna starci dentro".
E quindi?
"La carne non la compro mai, non c'è nessuna necessità di mangiarla. Tutti gli elementi nutrizionali che servono all'uomo sono inseriti nel mondo vegetale. In casi estremi, la mangio, quasi per mettermi alla prova. Ma succede talmente di rado...".
I suoi pazienti sono vegetariani?
"Non esistono obblighi, ma scelte e indicazioni. Personalmente, penso che la dieta vegetariana possa anche essere molto allettante, a patto di risultare molto varia, andare con le stagioni, e quindi offrire profumi, sapori, perfino colori diversi, altrimenti diventa noiosa".
Scelte alimentari, ma anche di vita.
"Certamente. Come divenire dell'umanità, siamo in una situazione insostenibile. Dobbiamo coltivare enormi estensioni di campi da foraggio per nutrire le bestie che poi ci mangiamo. Se fossimo tutti vegetariani, il problema della fame sarebbe già risolto: coltiveremmo solo per soddisfare le nostre esigenze, e alleveremmo gli animali per il piacere di averli con noi".
In termini pratici?
"Se non vogliamo fare della filosofia, diciamo che dietro agli allevamenti intensivi ci sono dei segreti orrendi. Non a caso, anche di mucca pazza si continua a sapere ben poco. Come medico, riscontro un numero sempre maggiore di casi di malattie degenerative, dall'Alzhaimer al Parkinson, senza contare l'innalzamento esponenziale di allergie e intolleranze. Tutto questo deriva in gran parte dalle sofisticazioni pazzesche - dagli inquinanti ai farmaci - che si concentrano nei tessuti animali. Secondo l'Oms, l'apporto di proteine ideale quotidiano è pari a mezzo grammo prochilo corporeo. Il resto, è tutto carico in più da smaltire.".
Torniamo alle ragioni etiche.
"Il nome animale significa che ha un'anima. E allora lo rispetto e non lo mangio".
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